Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Alle 8 di sera qui scatta il coprifuoco»

Fonte: L'Unione Sarda
3 febbraio 2011

Emergenza prostituzione. La protesta degli abitanti di viale Trieste e dintorni

Già 3 anni fa una ragazza scrisse una lettera al Comune

«Non è uno spettacolo edificante vedere donne vendersi. Sia in strada che in luoghi frequentati dai potenti».
A luglio 2007 aveva diciassette anni. Ma la ragazza che abita in via Nazario Sauro non si era fatta certo intimidire: aveva preso carta e penna per scrivere una lettera (poi regolarmente protocollata) al Comune. Si lamentava della presenza di prostitute dalle parti di casa sua. “Ogni volta che esco di casa”, aveva scritto, “vengo scambiata per una prostituta: le auto che passano vicino a me, ormai, non si limitano più a guardarmi: tentano abbordaggi che stanno diventando sempre più insistenti”.
A distanza di tre anni nulla è cambiato: le donne costrette a vendersi per strada stazionano ancora intorno a viale Trieste. «Stavamo parlando proprio di questo», dicono due uomini che chiacchierano in quella zona. «Alle 20», afferma Mario Meloni, «da queste parti scatta il coprifuoco: non si esce più». Un problema, ovviamente, che sentono soprattutto le donne. «Difficile capire se una sia ferma perché sta aspettando il pullman o perché, invece, è al lavoro». Il suo interlocutore, Giampaolo Spada, gli dà ragione. «Tutte le donne che si ritrovano a camminare da queste parti finiscono con l'essere scambiate per poco di buono. Per non parlare di quello che accade in via Simeto: lì, addirittura, si formano le code di auto».
Lorenzo Casalini abita nel quartiere da tre anni. Non sente il problema. Perché lui è un animale diurno. «Esco di giorno. Raramente metto il naso fuori di casa dopo il tramonto». Entra nell'edicola-tabacchi dove il gestore ha poca voglia di parlare. E, soprattutto, di dare il suo nome. «In passato, il mio pensiero è stato travisato: non voglio passare di nuovo per un razzista e un bacchettone».
Poche donne in circolazione. Forse la pioggia, forse il fatto che gli esercizi commerciali non abbondano in quelle strade. Si vedono soltanto quelle che lavorano in zona. «No, assistere a questo spettacolo è tutt'altro che edificante», afferma Betty Pintus. Prima di salire sulla sua auto, fa in tempo a puntualizzare il suo pensiero. «Sono spettacoli che non vorrei vedere in nessun luogo. Non è bello sapere che ci sono donne che si vendono. Sia in strada che, magari, in luoghi frequentati da potenti».
In zona il traffico delle auto è ininterrotto, i passanti sono pochi. Finalmente fa capolino una ragazza: piercing d'ordinanza sul naso, racconta di chiamarsi Luisa («Il nome non lo posso dire perché sono minorenne»). Lei giura di sentire il problema. «Di sera sono costretta a tornare a casa sempre accompagnata da qualcuno: le volte in cui mi sono ritrovata da sola sono stata abbordata da qualche uomo che, evidentemente, mi aveva scambiata per una prostituta. Non mi sento libera e questo non mi piace proprio per niente».

03/02/2011