Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bicamerale al voto: più fondi ai Comuni

Fonte: L'Unione Sarda
3 febbraio 2011

L'analisi Il decreto sulla fiscalità municipale

Emanuele Canegrati *

Questa mattina la commissione bicamerale per il federalismo fiscale esprimerà il suo voto sull'atteso decreto relativo alla fiscalità municipale. È questa una delle poche certezze sul futuro del fisco comunale in mezzo a molti dubbi, il primo dei quali relativo all'esito stesso del voto che, stando al pronostico più gettonato, si risolverà in un 15-15, qualora il testo del decreto rimanesse invariato. Non è chiaro, poi, come un pareggio debba essere interpretato, se come voto contrario, come afferma l'opposizione, oppure come parere “non espresso”, secondo l'interpretazione del presidente della bicamerale La Loggia.
Il voto non è in ogni caso vincolante, poiché l'art. 2 della legge 42/2009 afferma che il Governo possa non conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmettendo i testi alle Camere per le osservazioni e con eventuali modificazioni e che, decorsi trenta giorni dalla data della trasmissione, i decreti possano comunque essere adottati. Proprio questa sembra la carta che la maggioranza intende giocare in caso di voto negativo per aggirare l'ostacolo bicamerale, venutosi a creare a seguito della fuoriuscita del finiano Baldassari dalla maggioranza. Al di là dei tecnicismi rimangono però dubbi sui contenuti del decreto. Ieri il ministro Calderoli ha proseguito nell'azione di convincimento dell'opposizione sulla bontà del testo, mentre La Loggia ha espresso parere favorevole su otto emendamenti presentati dall'opposizione.
Due di questi riguardano la destinazione al fondo perequativo di un quarto dei 2,8 miliardi di euro provenienti dalla compartecipazione Irpef, fissata al 2% e una clausola di invarianza nel prelievo tributario da adottare anche durante la fase “transitoria”, che dovrebbe assicurare l'impossibilità di innalzare la pressione fiscale. Altri emendamenti riguardanti il funzionamento del fondo perequativo sono stati presentati dal Pd, al fine di garantire che dal 2014 a tutti i Comuni venga garantito il finanziamento totale a costi e fabbisogni standard delle loro funzioni fondamentali.
L'apertura di Calderoli alle istanze delle opposizioni è senz'altro positiva. In particolare, risulta condivisibile la richiesta di esplicitare nel decreto l'obiettivo di non elevare la pressione fiscale. Un federalismo a vantaggio del cittadino non può comportare un aumento delle tasse. Positiva è inoltre la volontà di introdurre regole più chiare sul fondo perequativo, poiché quanto maggiore è la certezza dei meccanismi di funzionamento dello stesso, tanto più alta è la possibilità per gli amministratori di quantificare la quota del fondo ad essi spettante e, quindi, di poter esprimere un consenso sulla bontà del fondo, con la conseguenza di rendere più certa l'attività di programmazione finanziaria.
Da valutare positivamente è anche l'introduzione della compartecipazione all'Iva sui servizi sostenuta dall'opposizione, alla quale la Lega guardava con favore. Essa ha il vantaggio di rispettare il principio del beneficio, per cui i cittadini pagano i servizi che il Comune offre. La proposta, già discussa, si era arenata per via dell'impossibilità di ottenere dati a livello comunale. Il via libero espresso ieri da Calderoli conferma la volontà della maggioranza di indirizzare il testo lungo una strada condivisibile anche dalle opposizioni.
* Esperto di finanza pubblica

03/02/2011