La protesta dei sindaci continuerà ad oltranza dopo l’approvazione contestata del Piano industriale
CAGLIARI. I Comuni non mollano la presa: in Abbanoa vogliono contare di più. Non domani, subito. «La nostra protesta andrà avanti ad oltranza. Oggi lo strapotere della Regione è inaccettabile, soprattutto se, come si sa, la Giunta vuole imbavagliare gli Enti locali nel Comitato che prenderà il posto dell’Autorità d’ambito. Noi e l’Anci non abbiamo dubbi: il governo dell’acqua deve ritornare ai Comuni». A dirlo, con grinta, è il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, che quarantott’ore fa, a Cagliari, ha guidato la protesta durante l’assemblea dei soci. «Sia chiaro - dice - nessuno di noi è contrario al Piano industriale approvato, soprattutto se servirà, come c’è stato detto, ad azzerare lo spaventoso deficit accumulato da Abbanoa». Quello che non è piaciuto ai sindaci di Sassari, Nuoro, Villasimius e agli altri del gruppo “i bellicosi”, è stato il metodo: «Nei fatti - aggiunge Ganau - ci siamo trovati davanti a un piano deciso da altri e sconosciuto a molti di noi, col consiglio d’amministrazione che invece pretendeva un voto al buio». Votare subito era davvero impossibile? «Sì, tre volte sì. Sull’acqua la sensibilità della gente è altissima e noi amministratori non possiamo commettere errori che potrebbero avere forti contraccolpi sociali. Succede già adesso con le bollette di Abbanoa, figuriamoci cosa accadrà, nei prossimi mesi, con l’aumento delle tariffe, anche queste imposte dall’alto». Costi e privatizzazione sono gli argomenti che i sindaci avrebbero voluto discutere insieme ai Consigli comunali. «Questo passaggio - dice Ganau - era e continua a essere irrinunciabile. Per questo, durente l’assemblea di Abbanoa s’è formato un gruppo spontaneo e trasversale a favore del rinvio». Negato. «La proposta dei Comuni è stata respinta con arroganza da chi non ha ancora capito il rischio sociale che corre la Sardegna quando c’è di mezzo un bene comune e intoccabile come l’acqua». Di fatto a rendere inutile, la protesta dei sindaci è stato il patto d’acciaio tra gli azionisti più forti, la Regione e il comune di Cagliari. «È vero e mi ha sorpreso la posizione del portavoce del sindaco Emilio Floris, che in un’altra riunione era stato uno dei primi a sollevare perplessità sul Piano». Alla fine ha prevalso la realpolitk. «Soprattutto martedì ha pesato il potere illegittimo della Regione, che doveva mantenere per poco tempo le quote non assegnate ai comuni e invece ha ancora tutto. E che poi ha fatto persino peggio: dalla proroga del commissariamento dell’Autorità d’Ambito, tra l’altro dal commissario siamo stati convocati una volta sola prima dell’aumento delle tariffe, alla proposta della Giunta di tenere per sè tre posti su sei nel futuro Comitato di gestione. Il tutto mi fa dire: basta, con quest’arroganza illegittima». (ua)