Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«L’anfiteatro romano è in rovina»

Fonte: La Nuova Sardegna
2 febbraio 2011


La clamorosa denuncia dell’assessore alla Cultura Giorgio Pellegrini
ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. L’assessore alla Cultura del comune di Cagliari, Giorgio Pellegrini, lancia un appello per salvare l’anfiteatro dalla sicura rovina causata dalle tribune di legno. E’ quasi incredibile, ma è così. Vive una nuova consapevolezza l’esponente di quello stesso Comune che ha scelto di seppellire il monumento romano sotto le tribune di legno e poi ha giocato per anni con la soprintendenza sul concetto di amovibilità delle strutture, col risultato, da qualche stagione a questa parte, di riuscire a non togliere più neppure il palco degli spettacoli finiti i programmi estivi. E’ noto che Comune e soprintendenza archeologica si sono sfidate anche davanti al Tar per sostenere l’uno che le strutture erano di tipo «amovibile» ma non per questo da rimuovere ogni anno; l’altra, la soprintendenza, che l’amovibilità era stata la condizione sulla base della quale aveva concesso l’autorizzazione a installare le tribune e la rimozione doveva essere intesa come necessaria ogni anno, alla fine degli spettacoli estivi. L’equivoco, francamente non si sa quanto sincero, è durato dieci anni. Tra il 2009 e il 2010 il nuovo soprintendente Marco Minoja ha fatto piazza pulita di un tale balletto e ha ottenuto un risultato mirabile: convincere qualcuno all’interno del Comune che l’anfiteatro sepolto com’è soffre e che si rischia di perderlo per sempre. Pellegrini: «Ai primi di agosto - spiega - ho fatto una visita al soprintendente Minoja. Mi ha fatto vedere dell’anfiteatro quel che non è possibile notare con un’occhiata anche attenta. E ho dovuto vedere una lunga sequenza di diapositive drammatiche che dimostrano come il monumento sia in gravi condizioni. Anche la copertura lignea è malmessa. Le tribune impediscono la normale circolazione dell’aria, si sono formate muffe che stanno corrodendo la pietra. E nella pietra si notano chiaramente fessurazioni, dovute alle strutture sovrastanti. Nel tempo, un peso del genere potrebbe provocare crolli nei passaggi sotterranei dell’anfiteatro, quelli che non sono fruiti». Da questa constatazione, i passi successivi. Il primo: rivolgersi all’assessorato ai Lavori Pubblici. Ancora l’assessore Pellegrini: «Abbiamo chiesto all’assessorato competente che diano garanzie sul fatto che il monumento non corre rischi... Per sapere questo abbiamo inoltrato lettera formale...». E non è finita. L’assessore ha interrotto anche un altro facile giochetto: quello di scivolare nel silenzio fino alle soglie della nuova stagione estiva con gli spettacoli già programmati all’anfiteatro, non più soltanto dall’Ente lirico ma anche ulteriori entità. Gli uffici che rilasciano le autorizzazioni sono tra gli altri quelli alla Cultura: «Abbiamo diffidato la società che cura le prevendite dei biglietti per gli spettacoli estivi. C’era già un Notre Dame in circolazione, non volevamo trovarci con la solita fuga in avanti dei biglietti già venduti, i nostri uffici non daranno autorizzazioni agli spettacoli nell’anfiteatro. Naturalmente, sto parlando di quel che riguarda me, questa infatti è la mia posizione». Dunque si può affermare finalmente la necessità di smontare le tribune? «Io credo che così non si possa andare avanti, ma non posso decidere da solo. Io non sono per i palliativi, come togliere l’ultimo anello delle tribune o allestire gli spettacoli dietro il monumento. O si toglie tutto, si torna all’integrità del monumento e lo si accudisce (ho il ricordo dell’anfiteatro ridotto a discarica di immondizie) o lo si lascia com’è ma con garanzie per la sua sicurezza e per le manutenzioni, che non sono mai state fatte. E su questo forse si sta arrivando a un accordo con la soprintendenza». Il Comune aveva in ballo un concorso di idee per capire come conciliare tutela del monumento e spettacoli estivi. Ma l’assessore ammette: no, io nel concorso sull’anfiteatro non ci credo molto.