Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Abbanoa ha necessità di denaro: 450 milioni per evitare la paralisi

Fonte: La Nuova Sardegna
1 febbraio 2011

Oggi l’incontro dell’azienda con i suoi azionisti 335 Comuni e la Regione. Futuro con molte incognite

CAGLIARI.Abbanoa incontra oggi i suoi azionisti, i 335 comuni e la Regione, in una assemblea che si preannuncia tutt’altro che serena. Il presidente della società, nella lettera che consegnerà oggi, traccia un quadro a tinte fosche della società e chiede una immissione di denato fresco, pena la paralisi del sistema. E non si tratta di spiccioli, ma di 450 milioni di euro. Una somma che nessuno, neppure la Regione, in questo momento, possiede.
Ma si tratta di somme che secondo lo stesso Pietro Cadau sono indispensabili. Nella missiva Cadau sottolinea che «sono necessari immediatamente 150 milioni per rimettere a norma e ammodernare le reti idriche, 50 milioni per realizzare le mappe delle reti che giacciono sottoterra senza che i Comuni sappiano esattamente cosa esiste e in quale stato si trovi la rete, privi come sono di qualsiasi mappatura, 200 milioni per realizzare gli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti di depurazione». Cadau ricorda le condizioni nelle quali a fine 2005 è nata Abbanoa. «Abbiamo ereditato oltre 150 milioni di debiti dei precedenti gestori, il piano d’ambito contemplava forti interventi di capitalizzazione e di sostegno finanziario, oltre a una revisione di una tariffa: tutto ciò non è avvenuto. Sino al 20esimo anno di attività ci doveva essere una progressiva capitalizzazione da parte degli azionisti. Il piano prevedeva 102 milioni di euro in 5 anni; a tutt’oggi la società è stata capitalizzata per 19 milioni». Il dramma di Abbanoa, è tutto qui: capitalizzaione quasi nulla, perdite di esercizio che nel solo 2009 sono pari alla metà del capitale, «ma queste non hanno mai generato obblighi per Comuni e Regione». Come uscire dall’empasse? Secondo il presidente di Abbanoa, è possibile il pareggio economico entro il 2014, con sette progetti chiave, che riguardano l’anagrafe e la fatturazione, la razionalizzazione delle attività di incasso, misure, programmazione e controllo, la revisione del sistema idrico, l’ottimizzazione degli schemi depurativi, il riassetto organizzativo della società. I soldi dovrebbero arrivare dalla Regione, a valere sulle annualità 2004-2007, ma non è questo il punto per cui Abbanoa ha convocato gli enti locali per oggi. La legge infatti prevede che Abbanoa ceda entro l’anno almeno il 40% del capitale ad un parner industriale, da selezionare con gara pubblica; solo se cederà le sue quote Abbanoa potrà continuare a gestire il servizio. L’assemblea di oggi vedrà gli amministratori chiedere ai comuni gli indirizzi per procedere alla vendita della quota di minoranza. Una scelta strategica alla quale si affianca una esigenza immediata: come far fronte alle esigenze di cassa. Più che ai comuni soci la richiesta è rivolta alla Regione. Saprà Cappellacci convincere gli istituti di credito a mantenere aperti i cordoni della borsa, visto che la gestione ordinaria, investimenti esclusi, rischia di azzerare il capitale già nel prossimo autunno?
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