Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Centro storico, non costruiamo sui vuoti»

Fonte: La Nuova Sardegna
1 febbraio 2011


Comune, dibattito sul piano particolareggiato dei vecchi rioni
Il progetto individua trentadue spazi liberi e immobili strategici

CAGLIARI. Quale sarà il futuro dei vecchi rioni? Nel centro storico tra abitazioni e locali commerciali vari non utilizzati si arriva a quasi il quaranta per cento.
Case inutilizzate. Italia Nostra, Legambiente e il Wwf, più che nuove abitazioni chiedono che per gli antichi rioni si faccia un intervento di recupero, salvaguardando gli spazi ancora «vuoti». Intanto oggi arriva in consiglio comunale il piano particolareggiato per il centro storico in cui si discuterà anche sul futuro dei «vuoti urbani». È importante «puntare a un intervento complessivo», sottolinea Gianfranco Carboni, presidente degli antichi rioni. Sino ad ora, continua, «gli interventi sono sempre stati episodici e staccati l’uno dall’altro. Ma oggi, a fine consiliatura, mi sembra inopportuno premere l’acceleratore. Il piano è, sì, importante ma la fretta fa i gattini ciechi».
La ciambella bucata. La premessa parla di un centro storico che sembra la parte bucata del nuovo piano regolatore in quanto manca uno strumento urbanistico per applicare le indicazioni generali del Puc. Il piano particolareggiato dovrebbe colmare questo vuoto. In specifico propone una serie di indicazioni sugli spazi vuoti tutt’ora esistenti (ben trentadue) e sul futuro recupero di alcuni immobili.
I vuoti urbani. Il piano individua tre tipi di «vuoti urbani». Innanzi tutto vi sono quelli «strategici», che per dimensione e storia richiedono una forte attenzione (come dire che devono essere recuperati alla fruizione collettiva); poi vi sono i «luoghi della memoria», quelli che hanno una loro storia e su cui si deve ugualmente pensare bene prima di costruire; e, infine, vi sono quelli «trasformabili» come lo spiazzo che si trova tra via Barcellona e via Sardegna, il palazzo Aymerich (su cui è ancora viva la polemica e il blocco a suo tempo imposto dalla soprintendenza) e il Ghetto degli ebrei (per un recupero museale).
Via Tristani. Oltre seimila metri quadrati per una volumetria di dodicimila e settecento metri cubi: questo il progetto che un imprenditore, proprietario del terreno, ha ipotizzato per lo spiazzo che si trova tra via San Saturnino e via Tristani. Tutto regolare per chi propone: possiede un terreno e ha il diritto di farlo. Ma meno per l’amministrazione visto che in quell’area il piano particolareggiato del centro storico prevede un «vuoto strategico». Ma il problema si amplia visto che la giunta comunale aveva, a suo tempo, dato un parere preventivo positivo alla proposta della società (non in contrato col Puc). Mentre la commissione consiliare all’Urbanistica e il sindaco Emilio Floris hanno poi detto «no» durante il dibattito in consiglio comunale. Ma a tutt’oggi la questione non è ancora stata risolta.
I progetti strategici. Il piano particolareggiato del centro storico individua anche undici proposte di intervento, definite come «progetti strategici». Tra questi c’è la riqualificazione di Buoncammino per il quale si prospetta un uso come centro polifunzionale culturale, commerciale e congressuale collegato al nuovo utilizzo delle caserme dell’area. Per queste ultime si parla di «ricettività turistico alberghiera, congessuale e dei servizi connessi». Per la la fossa di San Guglielmo (dove c’era la clinica Aresu e, oggi, la facoltà di Lingue) sono previste le «localizzazione di funzioni commerciali e per il tempo libero». E si accenna anche alla realizzazione di un tunnel per bypassare la rocca di Castello. Aspetti che fanno discutere. E molto. (r.p.)