Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il cantiere deserto diventa una casa per tanti senzatetto

Fonte: L'Unione Sarda
28 gennaio 2011

Bastione di Santa Caterina

Bambini che giocano in mezzo a fil di ferro, accanto a scavi archeologici profondi alcuni metri e mai terminati, nei pressi di una casupola da cantiere che un tempo doveva ospitare gli operai in pausa pranzo ma che invece ora è un ricettacolo per senzatetto e sbandati che l'utilizzano come vespasiano e deposito di indumenti sudici. Non è la descrizione di un teatro di gioco di un paese sottosviluppato, ma lo stato in cui versa il cantiere archeologico nel bastione di Santa Caterina, di fronte all'omonima scuola elementare. Una situazione che mette in pericolo anche gli alunni.
RITARDO Nel cartello affisso dall'assessorato comunale ai Lavori pubblici - abbandonato come il cantiere, visto che oramai è semidivelto e invaso dalla muffa - si legge che il cantiere è dovuto a «interventi per la bonifica della Fontana Bona (XIV sec.)». Data di fine lavori: 12 gennaio 2010. Ma il cantiere è deserto da settimane e lo scavo giace abbandonato a se stesso, divenuto da tempo preda di sbandati, vandali e senzatetto che hanno divelto la recinzione e utilizzato la casupola porta attrezzi come ricovero. Una situazione conosciuta bene dal dirigente scolastico della Santa Caterina e dai genitori che vanno a prendere i loro figli al termine delle lezioni.
IL DIRIGENTE Rosa Maria Manca, dirigente della scuola elementare Santa Caterina, annota: «Il recinto è pieno di buchi». Come darle torto, visto che la rete metallica è divelta in diversi punti e i bambini entrano liberamente nel cantiere e passeggiano sul ciglio degli scavi per recuperare il pallone. «Tempo fa, con una lettera, ho informato i genitori della pericolosità del cantiere», afferma Manca.
GENITORI Ma né lei, né i genitori erano a conoscenza del degrado della “casetta”. Valentina Tambaro è con un gruppo di mamme e i loro bimbi appena usciti da scuola. Informata del rischio costituito dalla casetta si accerta di persona, passando senza problemi nella recinzione: «È pericoloso per le malattie», afferma descrivendo la puzza alle altre mamme. Bruna Dessì abita a Castello e conosce bene il degrado degli scavi: «O li terminano o li chiudano», sbotta. Mentre Maria Cossu è preoccupata, «mio figlio lo controllo ma altri bambini vedo che entrano». Pietro Lamonica invece pone il problema in termini generali: «A Castello non ci sono spazi per i bambini». Già, ma il ritardo di un anno di un cantiere, e una casetta porta attrezzi usata come latrina non sono un pericolo solo per i bimbi.
MARIO GOTTARDI

28/01/2011