Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La causa legale e la buca mai riparata

Fonte: L'Unione Sarda
25 gennaio 2011

La storia. Nel 2004 Peppino Saba si è infortunato: nessuno ha rimosso il problema
«Ho perso il processo ma qualcuno rischia di farsi male»
Nel 2004 attraversava la strada sulle strisce pedonali in via Dante, tra via Alghero e piazza Repubblica. Mise il piede in una buca, si fratturò il malleolo ed ebbe un crollo vertebrale, che è andato accentuandosi negli anni. Fece causa al Comune e, dopo cinque udienze in cinque anni, alla vigilia del Natale 2010 ha saputo di averla persa e di essere stato condannato a risarcire settemila euro di spese legali. Una storia banale, come mille in una città ricca di strade-gruviera e dove le riparazioni del manto stradale vengono fatte quasi sempre male.
LE BUCHE CI SONO ANCORA La particolarità è un'altra: è vero che per i giudici Giuseppe “Peppino” Saba, 84 anni, medico anestesista, docente universitario straconosciuto in Sardegna (il fratello Alberto Mario venne sequestrato 40 anni fa), non è riuscito a provare di essersi fatto male a causa di quella buca (e per questo si riserva di ricorrere in appello), ma è altrettanto vero che quella buca a distanza di sette anni c'è ancora. Anzi, paradossalmente, si è moltiplicata, come può verificare chiunque attraversi oggi quel tratto di strada. Così lui, uomo coraggioso, combattivo e ancora determinato nonostante l'età, ha la tentazione di affiggere un cartello: «Attenti, potete farvi male». Forse lo farà o forse no.
Certo, la sua è una denuncia che sottoscriverebbero molti cittadini: «Da quando mi sono fatto male, quella strada è stata asfaltata e le buche si sono sempre riformate perché le hanno coperte come sempre alla bell'e meglio. Quante persone dovranno farsi male ancora? Quante cause dovrà vincere o perdere il Comune?».
LE PENALI Domanda immediatamente inoltrata a Sergio Murgia, dirigente comunale della Viabilità e del Servizio urbanizzazioni e mobilità. «Censire oltre 400 chilometri di strade urbane non è semplice, ma abbiamo un sistema che ci dovrebbe consentire di ridurre al minimo i disagi. Chiunque debba effettuare lavori stradali a Cagliari deve chiedere le autorizzazioni al Comune. Noi le rilasciamo a patto che l'impresa che li esegue nomini un direttore che al termine dei lavori certifichi che sono fatti a regola d'arte e che venga stipulata una polizza fidejussoria o ci sia un deposito cauzionale di denaro a garanzia dell'importo speso. I soldi depositati vengono restituiti solo dopo la dichiarazione di conformità dei direttori dei lavori e solo dopo sei mesi perché abbiamo verificato che spesso i ripristini vengono fatti male e i cedimenti avvengono dopo qualche mese». E capita spesso che tratteniate i depositi a garanzia? «Non spesso e quando avviene è soprattutto perché manca la dichiarazione di conformità». C'è un'altra garanzia: «Di recente abbiamo appaltato la manutenzione delle strade e l'impresa ha l'obbligo di monitorarne la situazione fornendoci un rapporto periodico».
LE COLPE DI ABBANOA Tutto ciò dovrebbe assicurare strade lisce come un tavolo da biliardo. Ma così non è. Come mai? «Verificheremo. In ogni caso c'è una società che non ci comunica mai quando inizia e finisce i lavori e che spesso quando li termina non stende nemmeno l'asfalto: si chiama Abbanoa. Siamo pieni di lettere di protesta». Il presidente di Abbanoa è anche direttore generale del Comune: si chiama Pietro Cadau.
FABIO MANCA

25/01/2011