Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, è la giornata decisiva

Fonte: La Nuova Sardegna
25 gennaio 2011

Davanti al Consiglio di Stato i legali della Regione e di Coimpresa

CAGLIARI. Per Tuvixeddu arriva la resa dei conti: questa mattina le ragioni di Nuova Iniziative Coimpresa, del Comune, della Regione e delle associazioni culturali ed ecologiste saranno ascoltate dai giudici del Consiglio di Stato, chiamati a decidere su una questione diventata negli anni centrale per la città e che ha finito per guadagnarsi l’interesse di tutta la Sardegna.
La sentenza dei magistrati amministrativi supremi non sarà l’ultima che riguarda il colle dei Punici e la sua necropoli, ma di certo rappresenterà un punto di svolta nella battaglia legale che contrappone due visioni opposte sulla conservazione del paesaggio storico cagliaritano: per il gruppo Cualbu e per l’amministrazione Floris è possibile che un quartiere di abitazioni private venga costruito a breve distanza da una necropoli millenaria, per la Regione - ai tempi di Renato Soru - e per la totalità degli archeologi, degli storici, degli ambientalisti, degli intellettuali sardi quel sito dev’essere difeso dall’uso urbano.
La questione al centro della causa, nei suoi aspetti essenziali, riguarda i confini della zona archeologica: l’amministrazione Soru, cogliendo le indicazioni del Codice Urbani e in base al piano paesaggistico regionale varato nel 2004, voleva allargare i vincoli fino a comprendere nell’area tutelata - e quindi inedificabile - i terreni privati. Nella stretta sostanza: uno stop definitivo per il nuovo quartiere che dovrebbe nascervi. Coimpresa e il Comune si sono opposti e hanno vinto il primo round davanti al Tar. Nel frattempo però qualcosa è accaduta: un’inchiesta penale su ipotesi di corruzione condotta dal sostituto procuratore Daniele Caria - ricca di intercettazioni telefoniche e di ombre su molti dei personaggi coinvolti - si è chiusa con l’archiviazione della posizione del costruttore Gualtiero Cualbu e di altri indagati, ma ha confermato i sospetti sull’ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni. In pillole: Santoni, stando alle accuse della Procura, avrebbe alterato volontariamente i dati sui ritrovamenti avvenuti a Tuvixeddu dopo l’estate del 2000 - quando un accordo di programma diede il via libera al progetto di edificazione - pur di garantire a Coimpresa, che fra l’altro dava lavoro alla figlia ingegnere, la possibilità di aprire il cantiere edile. I dati decisivi sono quelli legati alle sepolture scoperte negli ultimi anni al di fuori della superficie tutelata con vincolo diretto e indiretto, cioè con due livelli diversi di protezione: se per l’Avvocatura dello Stato e per la Procura sono 1166, i legali di Coimpresa ribattono che non è vero e che i vincoli attuali bastano a circoscrivere l’area di interesse storico e archeologico. Ed è su questo punto che le controparti combattono da anni senza esclusione di colpi, tra ricorsi e controricorsi. Punto estremamente controverso, tant’è che i giudici di palazzo Spada a luglio dell’anno scorso hanno pensato bene di andare a fondo nell’accertamento della situazione, chiedendo a tutti gli enti interessati alla controversia documenti aggiornati e definitivi. La Regione ha prodotto anche gli atti relativi all’indagine condotta dal pm Caria attraverso il nucleo investigativo del Corpo Forestale, le cui risultanze sono state duramente contestate dai legali di Coimpresa. Oggi le posizioni delle parti in causa saranno discusse davanti ai giudici. Di qui a un numero imprecisato di giorni sarà depositata una sentenza che potrebbe davvero mettere la parola fine alla contesa, con l’amministrazione Cappellacci - pur coinvolta attraverso il proprio ufficio legale - nelle vesti di spettatrice interessata. Fra Coimpresa e la Regione è in corso infatti un altro contenzioso da 80 milioni all’esame di un collegio arbitrale. (m.l)