Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La fiera delle ovvietà urbanistiche

Fonte: La Nuova Sardegna
25 gennaio 2011


Dal documento non emerge una forte idea guida di sviluppo


CAGLIARI. L’importante è che non sia una piazzetta Maxia in grande. Che sia agli antipodi di quel mostro urbanistico ed estetico. Altrimenti il danno sarebbe incommensurabile.
A parole, come tutti i piani che si rispettano, anche il piano per il centro è un florilegio di buone intenzioni, concetti abusati, frasi fatte e ovvie che possono trovare applicazione a qualunque latitudine geografica e politica.
E così leggendo la relazione introduttiva non si rimane sorpresi nello scoprire che il piano è «in sostanza orientato fortemente alla conservazione. Le trasformazioni sono poche e sostanzialmente limitate a ripristinare le volumetrie esistenti ed a pochi e regolamentati interventi di ricucitura del tessuto urbano storico. Gli interventi di carattere strategico ed il ruolo sinergico diverranno così gli elementi portanti per avviare un processo di riqualificazione in grado di sostenere il microtessuto produttivo artigianale esistente e di rigenerare, in forme complementari agli interventi di riuso, la diffusione commerciale».
Alzi la mano chi non si ritrova in queste affermazioni. Allo stesso modo non destano sorpresa le cosiddette azioni-obiettivo.
«Permanenza della residenza attuale; immissione di nuova residenza; incentivazione della presenza residenziale degli studenti universitari; permanenza e valorizzazione degli usi delle cospicue risorse culturali e ambientali presenti; incremento della presenza stabile dei flussi turistici residenziali; interventi di recupero per usi polivalenti dei grandi contenitori pubblici e privati; interventi pubblici infrastrutturali di sostegno; recupero del fronte mare della città storica». E via di questo passo con la fiera delle ovvietà.(g.cen.)