Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Centro storico, blitz di fine Giunta

Fonte: La Nuova Sardegna
25 gennaio 2011

Inviato ieri ai consiglieri comunali il piano particolareggiato

GIUSEPPE CENTORE

CAGLIARI. Il centro storico che vorrei, metafora della città che vorremmo. Ieri sera i cinque candidati del centro-sinistra che domenica prossima si affronteranno nelle primarie di coalizione hanno partecipato a un dibattito, promosso dal presidente della prima circoscrizione Gianfranco Carboni proprio su come dovrà essere il cuore di Cagliari. Un dibattito non monotono, basato sul blitz che la giunta sta tentando di fare in queste ore.
Dopo decenni di colpevole silenzio e immobilismo amministrativo, l’esecutivo ha deciso di premere l’acceleratore con l’invio ai consiglieri comunali ieri del progetto di piano particolareggiato del centro storico. Il documento, «migliaia di pagine», dice Carboni, è alle circoscrizioni, con la richiesta di parere in pochi giorni. Obiettivo, portare il documento in aula domani.
Naturale che il piano pre-elettorale sia stato al centro sia della relazione del padrone di casa, il presidente della 1ª Gianfranco Carboni, che degli interventi di tutti gli sfidanti alle primarie. E comune è stata la posizione di un rifiuto totale del piano, «Ma non perché siamo il partito del no, ma perché è sbagliato. Da cinque anni - ha detto Carboni - abbiamo presentato proposte concrete, chiare e fattibili, non i tappeti volanti a Castello, come volevano i nostri amministratori, e adesso ci presentano un piano che fa pugni con la logica e il buonsenso, e pretenderebbero pure che lo approvassimo sul finire della consiliatura?» Nell’introduzione Carboni ha illustrato i drammi del centro storico «ridotto a essere più periferia delle nostre periferie», con alcune ferite non della guerra ma delle giunte del centro-destra «che non si sono ancora rimarginate. Oggi i residenti in città sono 156mila. Loro parlano di legge per Cagliari quando l’abbiamo proposta noi cinque anni fa. Se ci avessero ascoltato, la città sarebbe stata meno abbandonata di quanto lo è oggi». Carboni ricorda che il piano prevede di riempire praticamente quasi tutti i vuoti oggi presenti nel centro, «ma perché vanno riempiti? Perché si vogliono costruire nuove abitazioni che hanno sul mercato valore di 6,7 mila euro a metro quadro? Come se questa città non avesse già tanti appartamenti non abitati. Semmai ha senso che si frazionino e si recuperino le case di maggior metratura, e si compiano atti che portino i giovani nel centro. Area ed Ersu sono i due soggetti pubblici che devono investire nel centro». Alcuni esempi: perché non trasformare l’ex panificio militare nella fossa di San Guglielmo a mensa per gli studenti delle vicinissime facoltà giuridiche? Perché non liberare aree occupate da parcehggi in Piazza Castello o rendere fruibile a tutti le piazze storiche come piazza Jenne, oggi di proprietà esclusiva dei locali che vi si affacciano? Dopo l’intervento del vice presidente della municipalità di Pirri, la parola ai candidati a sindaco, per un primo giro di presentazione delle loro proposte, a cui è seguito un botta e risposta protrattosi a lungo.
È toccato a Giuseppe Andreozzi aprire il confronto. L’esponente dei Rossomori ha definito il piano particolareggiato un ennesimo flop di questa amministrazione, «capace solo di riempire vuoti, ma risanare significa soprattutto riqualificare, e in questo piano questo aspetto non c’è. Hanno trasformato Cagliari in una città di ricchi e anziani impossibilitati a muoversi. I giovani sono spariti. A noi toccherà il compito di riportarli in centro e di rendere questa città vivibile».
Antonello Cabras, candidato del Pd, ha dato voce ai dubbi sulla tempistica di questo piano. «Dal 2002 a oggi non hanno fatto nulla. Adesso ci presentano il documento. Cosa c’è dietro? In ogni caso i tempi non giocano a favore di chi sogna una sua approvazione prima della fine della consiliatura. Il piano dovrà passare al vaglio dei cittadini che possono, e secondo noi dovrebbero, fare emergere i tanti interessi compressi da questo piano. Una valanga di osservazioni può sommergere questo brutto documento, che sarà sostituito da subito con un piano che punterà a riusare il patrimonio oggi abbandonato».
È il leit-motiv che ha caratterizzato anche le riflessioni della verde Tiziana Frongia e dell’indipendente Filippo Petrucci. «Più reddito, più turisti in centro, meno auto e più servizi ai residenti. La città deve tornare a vivere proprio dal suo centro. Altro che capitale del Mediterraneo! Nessuna città media che si affaccia sul mare, fosse anche nordafricana ha il suo centro così malridotto. Oggi vivere a Castello o a Stampace è diventato quasi impossibile». «A meno che non si abbiano i soldi per acquistare gli appartamenti che un costruttore ha ristrutturato a seguito di una acquisizione a tappeto di tutte le case disponibili. In questo caso è stato il privato a fare il “suo” piano particolareggiato, a Villanova (si tratta dell’intervento di Nova Villa srl, società immobiliare che fa capo all’ex editore Nicola Grauso) - ha chiosato Petrucci - nel silenzio colpevole della amministrazione comunale».
Un silenzio da superare, secondo Massimo Zedda, candidato di Sel. «Ci devono dire che idea di città vogliono e non presentare un collage di interventi che sa tanto di favore a questo o a quel costruttore. Il Comune ha uno strumento formidabile per rendere vivo il suo centro storico, ed è il piano paesaggistico regionale voluto dalla giunta Soru. Lo usino. E si confrontino, una volta per tutte, invece di decidere in stanze chiuse e oscure».