Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lirico: quattro milioni il rosso 2010

Fonte: La Nuova Sardegna
19 gennaio 2011



C’è il rischio-commissario, tagli subito sulla rotazione dei precari




CAGLIARI. E’ di quattro milioni e duecentomila euro il nuovo buco che si è aperto nei conti del teatro lirico nel 2010, un tracollo che costringerà il consiglio di amministrazione a proporre ai sindacati un piano di rientro lacrime e sangue. Il debito complessivo della Fondazione ammonta a 26 milioni di euro, in parte ereditato dalla gestione Meli e in parte da Maurizio Pietrantonio.
L’esame dei conti è arrivato alla conclusione: il consigliere di amministrazione Oscar Serci, delegato a verificare lo stato finanziario del lirico, ha messo nero su bianco una prima relazione che è andata all’esame del sindaco-presidente Emilio Floris. Ieri all’incontro con i rappresentanti sindacali la situazione è stata affrontata in termini realistici: ammonta a circa due milioni e centomila euro l’insieme dei debiti maturati nei confronti di artisti esterni, che hanno lavorato a Cagliari e che non hanno ricevuto il cachet concordato. Altri due milioni e centomila euro è il debito nei confronti dei fornitori. L’insieme del rosso va suddiviso così: 15 milioni rimasti in carico alla Fondazione nel dopo-Meli, altri 7 da restituire nel medio termine alle banche più in 4 messi insieme nel 2010. Due le ipotesi sulle quali amministratori e sindacati dovranno discutere: la prima, una volta chiusa e consegnata la relazione di Serci, è il commissariamento del teatro. La seconda prevede un radicale quanto doloroso intervento sui costi, che verrà illustrato dal sindaco Floris. Una cura-Marchionne da valutare con realismo, rivolta a ridurre qualsiasi uscita indispensabile. Si parla di bloccare il meccanismo delle assunzioni a termine, che finora ha consentito a decine di dipendenti del teatro di assentarsi dal lavoro per tempi lunghi, spesso per mesi. Viene infatti concesso di godere i riposi settimanali in un’unica soluzione, con assenze dal lavoro che si protraggono anche per cinque-sei mesi. Al posto degli assenti la Fondazione assume precari, una quantità davvero abnorme di precari: nel 2010 hanno prestato la loro opera in via Sant’Alenixedda 97 esterni, che hanno preso il posto di orchestrali, coristi ma anche amministrativi. Il progetto del consiglio di amministrazione sarebbe di metter fine a questa situazione piuttosto costosa, per utilizzare al meglio il personale (244 dipendenti) e tagliare gli sprechi. Un’impresa realizzabile? I conti reali della Fondazione non sembrano garantire vie d’uscita morbide dalla situazione attuale. Ma non è difficile prevedere un confronto piuttosto aspro tra la dirigenza e i sindacati, specie le sigle che negli anni hanno fatto finta di ignorare la deriva finanziaria - nata con la gestione Meli - che trascinava il teatro verso il naufragio. La minaccia-commissario adesso è reale. I prossimi giorni diranno se potrà essere sventata. (m.l)