Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La scommessa della scuola di musica

Fonte: L'Unione Sarda
7 agosto 2008

Conservatorio. Il progetto del neo presidente Gianni Filippini, entrato in carica ieri

Sponsorizzazioni private per migliorare corsi e concerti
Dal 1999 la scuola è diventata Istituto d'Alta cultura, cioè una vera Università che rilascia un diploma riconosciuto a livello europeo.
Nell'ultimo anno, i concerti degli studenti e la partecipazione alla manifestazione "Monumenti aperti"; ora aule completamente climatizzate, un Auditorium che, aperto dal 2006, è il secondo teatro cittadino per capienza e un numero di studenti mai raggiunto: 1.060 ragazzi appassionati di musica che ogni giorno studiano chitarra, pianoforte, canto, etnomusicologia.
ELEZIONE Programmi in continua evoluzione quelli dello storico Conservatorio musicale Giovanni Pierluigi da Palestrina, e in questo solco si inserisce il progetto del neo presidente Gianni Filippini, nominato ieri dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini: aprire le porte alle sponsorizzazioni private, come già accade per il teatro Lirico, così da ottenere maggiori fondi e migliorare ulteriormente qualità di offerte scolastiche e stagione concertistica.
LA SCUOLA Gianni Filippini, direttore editoriale dell'Unione Sarda, presiederà un consiglio d'amministrazione composto dal direttore Maria Gabriella Artizzu, dal direttore amministrativo Francesca Basilone, dal rappresentante dei docenti Anna Maria Melis, dal rappresentante del ministero Giuseppe Schirru e da quello degli studenti Paolo Milano e sarà al vertice di una scuola con 133 docenti in organico e 40 esterni e che dal 1999 è diventata Istituto di Alta cultura, cioè una vera e propria Università. «In realtà l'autonomia non ci è stata ancora riconosciuta del tutto», spiega la direttrice Gabriella Artizzu, «e infatti abbiamo ancora dei limiti nel numero di insegnanti». Colpa dei pochi finanziamenti, ed ecco l'idea delle sponsorizzazioni (in gran parte il budget è dato dalle tasse di iscrizione). «Questo però non è necessariamente un problema», sottolinea la direttrice, «perché fare il musicista è una scelta di vita: chi non è convinto non va avanti».
STRUMENTI Tre anni di corso regolare più due di specializzazione che consentono di ottenere il diploma, riconosciuto a livello europeo e che dà la possibilità di usufruire dell'Erasmus, quindi un eventuale master all'estero. Le classi del corso tradizionale sono 83, dodici il numero di studenti per lezione. Lo strumento più gettonato è di gran lunga il pianoforte, con 19 classi, seguito dal violino (13) e poi dal violoncello (5). Ma ci sono anche arpa, canto, chitarra, corno, percussioni, organo, musica elettronica e Jazz, «che ultimamente ha un gran successo», conferma Gabriella Artizzu. Un domani, da questi corsi potrebbero uscire i nuovi Giovanni Allevi e i futuri direttori d'orchestra.

07/08/2008