Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Via dalla città le grandi famiglie»

Fonte: La Nuova Sardegna
18 gennaio 2011



La Sel presenta Massimo Zedda: «Lavoro, ambiente e cultura»



GESSA Appoggio il più giovane dei rottamatori e una sinistra senza trattino che difenda i più deboli

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Il lavoro, l’ambiente e la cultura sono al centro del programma di Massimo Zedda, candidato per le primarie del centrosinistra per la Sel. Ma Zedda ha stupito ieri il pubblico presentandosi con a fianco lo scienziato Gian Luigi Gessa, già consigliere regionale per il Pd. «Mi schiero col più giovane dei rottamatori (Zedda ha 35 anni) - ha affermato il neuroscienziato, ma senza rispondere alla domanda se avesse abbandonato il Pd - e mi rivolgo alla sinistra senza linette, e che si schiera senza esitazione coi più deboli».
Ieri mattina in piazzetta Savoia c’è stata l’apertura della campagna di Sinistra, ecologia e libertà per le consultazioni del 30 gennaio. E anche il luogo non è stato scelto a caso: piazzetta Savoia è il posto-simbolo di una parte della città diventata punto di ritrovo di iniziative letterarie e culturali (come Marina Cafè Noir). Poi è subito polemica sulla scelta dei candidati per la sfida al centrodestra: «Ci piacciono poco le imposizioni - ha precisato Zedda - di fronte ai “prendere o lasciare” abbiamo deciso di organizzarci da soli per proporre i valori della sinistra». Il riferimento è alla discussione per il candidato del centrosinistra. «Occupazione e ambiente sono al centro dei nostri obiettivi - ha continuato Zedda - ma i problemi sono tanti, tra questi c’è anche la consapevolezza che i giovani stanno scappando da Cagliari per il costo delle abitazioni. Con la giunta Soru ci sono stati alcuni degli interventi più seri e mirati per lo sviluppo della città». Tra i problemi anche «il non funzionamento della macchina amministrativa del Comune. Ho da sempre presentato interrogazioni per la trasparenza: penso che i politici debbano fare i politici e i dirigenti, i dirigenti».
La Sel punta a togliere la città dal controllo delle «grandi famiglie - ha affermato Luigi Cogodi, già assessore regionale e deputato - che sono “grandi” in quanto estese, potenti e con scambi di favori reciproci. L’obiettivo è togliere Cagliari alla destra. Non è vero che la città sia in mano ai conservaori: in altre consultazioni vi è stata una maggioranza di centrosinistra». Per Cogodi «bisogna smetterla di dire che noi siano gli estremisti e che gli altri sono i moderati: questa destra è violenta per gli sfregi alla natura che sta perpetuando e per l’indifferenza, nel concreto, verso la disoccupazione».
La parola d’ordine della campagna di Zedda recita Ora tocca a chi ha più energia. Ora tocca a noi con Massimo Zedda. Uno slogan, ha spiegato Cogodi, «che vuol dire che è ora di avere un ricambio nella conduzione della città. Noi siamo forse l’unico grande centro d’Italia dove da decenni governano sempre gli stessi».
L’importanza di una politica per gli extracomunitari, i giovani che studiano e le ragazze che «non prendono settemila euro a botta» (con riferimento implicito ai fatti della politica nazionale) è stata ribadita da Gessa.
Secondo le indicazioni della Comunità europea, ha informato Andrea Coinu (rappresentante degli universitari), lo sviluppo economico «dovrebbe nascere attorno all’università, ma da noi è tutto diverso. Di fatto questa Giunta ha detto molte belle parole, come quelle di mirare a una “città aperta e internazionale”, ma non ha messo in pratica niente». Un’attenzione forte a tutti i precari è stata avanzata anche da Leardo Zapparoli (precario del Comune», che Zedda ha voluto al tavolo della presidenza. Mentre Lilli Pruna (docente universitaria) ha evidenziato l’imporanza di azioni in grado di far crescere la cultura complessiva del capoluogo dell’isola. Per Zedda è determinante lavorare avendo in mente una Cagliari diversa. Nelle primarie il confronto tra cinque candidati, tra cui un altro giovane (Filippo Petrucci, indipendente) e il senatore Antonello Cabras (per il Pd). «Le sfide facili non ci piacciono - ha concluso Zedda - dobbiamo dare l’assalto al cielo».