Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ai lavoratori del Lirico: «Solidale con voi»

Fonte: L'Unione Sarda
17 gennaio 2011

Il presidente della Camera ai dipendenti del teatro in agitazione: la cultura è un settore strategico ma è sempre il primo a essere “tagliato”

Il presidente della Camera ha incontrato ieri pomeriggio a Cagliari i lavoratori del Teatro lirico, che da qualche mese protestano per i tagli dei finanziamenti e la mancanza di programmazione. «Sono venuto qui per portarvi tutta la mia solidarietà», ha detto Gianfranco Fini, «ma non voglio e non posso prendere impegni sapendo che poi non possono essere mantenuti. La solidarietà è doverosa e consideratemi oggi un cittadino che prende conoscenza di una delle tante pagine di malessere sociale dell'Italia». Il presidente ha proseguito: «Pagine di disagio che in un metaforico libro, nel caso della vostra Sardegna, se ne trovano più di quanto sia lecito attendersi».
IL CONFRONTO I lavoratori, che occupano per protesta il teatro, hanno illustrato al leader di Futuro e Libertà - accompagnato dal coordinatore nazionale Urso, dai consiglieri regionali Artizzu e Sanna e dalla ex parlamentare europea Calìa, la grave situazione in cui è sprofondato il teatro di Cagliari. A Fini è stata illustrata la situazione dei contributi pubblici: da Stato, Regione e Comune arriveranno 15 milioni 970 mila euro contro i 26 milioni 180 mila del 2009.
«I tagli - hanno sostenuto i lavoratori - uniti a sperperi e a una cattiva amministrazione, stanno mettendo in ginocchio l'attività del Teatro. A parte gli stipendi arretrati, quello che più spaventa - hanno raccontato - è la mancanza di una programmazione e, in quest'ottica, a poco serviranno i 500 mila euro promessi in questi giorni dal ministro Sandro Bondi».
Il presidente della Camera ha sottolineato che esiste la preoccupazione che ci sia una generale sottovalutazione delle emergenze del settore della cultura: «Certamente non è da oggi che la cultura, al momento delle scelte politiche sui tagli delle risorse, sia sempre quella più colpita. La polemica sui tagli - ha detto Fini - si è fatta ancora più viva in questa finanziaria con delle conseguenze che hanno colpito in po' tutti i settori del comparto». I tagli sono giustificati, ha proseguito, «dal motivo del contenimento della spesa e nessuno può negare questa necessità perché siamo il paese dell'Unione più indebitato. Credo però che una politica seria debba assumersi la responsabilità di alcune scelte, non si può certo tornare a quando si poteva spendere all'infinito, i conti devono essere tenuti sotto controllo. Però se ricordiamo che l'Italia detiene più della metà del patrimonio mondiale diventa inevitabile l'opportunità di rendere strategici gli interventi nel settore della cultura».
SETTORE STRATEGICO Per Fini le forze politiche devono «riconoscere la cultura come un settore strategico per poter investire le risorse necessarie, è il momento di stabilire l'opportunita o meno di considerare prioritario e strategico quel comparto».
Il prendente della Camera si è detto poi convinto che l'epoca in cui tutto era a carico della spesa pubblica sia destinato a scomparire: «Non si può però privatizzare tutto e credo che la partecipazione e gli investimenti del privato debbano essere incentivati, dando in cambio almeno degli sgravi fiscali. La riforma organica del settore dello spettacolo spetta alla volontà politica e se si dice che l'occupazione arriverà da altri settori, credo che il comparto che potrebbe far arrivare tanti posti, sarà proprio quello culturale».
LE ENTRATE Il leader di Futuro e Libertà conclude con un accenno alla vertenza sulle entrate fiscali, la «madre di tutte le vertenze», come viene definita da gran parte del Consiglio regionale: «Alla luce di quello che è accaduto, nei prossimi anni l'Isola dovrà essere messa in condizioni di affrontare da sola gran parte dei suoi problemi, ma da Roma continuano ad arrivare molte buone intenzioni e pochi fatti».
SERGIO ATZENI

16/01/2011