Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Martinez Mehner, l'arte totale

Fonte: L'Unione Sarda
14 gennaio 2011

Personaggi. Il pianista ispano-tedesco ha entusiasmato il Conservatorio di Cagliari con una masterclass

Dino Ciani, l'Accademia di Cortina, la musica

Racconta che partecipò al concorso pianistico intitolato a Dino Ciani, nel '93, perché voleva venire in Italia, conoscere Martha Argerich, che faceva parte della giuria presieduta da Muti, e riuscire a sentire qualche concerto alla Scala. La Argerich non si presentò, in compenso il ventitreenne Claudio Martinez Mehner arrivò primo. «E dire che non mi ero preparato per vincere. Del resto, i concorsi sono spesso una lotteria». Quarant'anni, il cuore equamente diviso tra le sue patrie, Spagna e Germania, il pianista ha concluso ieri sera al Conservatorio di Cagliari una masterclass di tre giorni che lo ha portato a contatto per venti ore con quindici allievi del Palestrina del settimo e ottavo anno, e alcuni diplomati. Una delle iniziative del primo Festival pianistico del Conservatorio, progettato da due docenti di pianoforte: Stefano Figliola e Francesco Giammarco. Sono stati loro a decidere di dedicare la prima edizione a Dino Ciani, che il 16 giugno avrebbe compiuto settant'anni, se non avesse lasciato la sua vita, a trentadue, in un terribile incidente stradale sulla Flaminia, alle porte di Roma. Era il 1974, e la sua fama diventò leggenda.
Di Ciani ha parlato lunedì nella sua conferenza il musicologo Felice Todde, suo grande amico, docente dell'Accademia Festival Ciani che dal 2007 si svolge a Cortina, con la direzione artistica di Jeffrey Swann). Di Ciani parla ora, col suo italiano spedito, Martinez Mehner. Che quel giorno di diciassette anni fa, quando vinse il concorso, conobbe la donna che poi avrebbe sposato, la madre dei suoi due bambini: Caterina Ciani, figlia del fratello del pianista. Studi di musica e di danza (flamenco), direzione artistica e aziendale alla Ucla di Los Angeles e alla Carnegie Hall di New York, la signora Martinez si occupa di progettazioni artistiche («senza scopi di lucro») ed è l'anima dell'Accademia di Cortina. E proprio a Cortina, dopo dieci anni trascorsi a Madrid, la famiglia Martinez Mehner vive al momento, nella casa che fu del pianista. «Dovunque vada c'è gente che l'ha conosciuto, per me questo è molto bello, per motivi affettivi e perché tutto ciò che sento di Dino e su Dino è in linea col mio pensiero musicale. Lui amava la lirica e le scienze, la vita all'aria aperta, la letteratura, l'arte. Riteneva che la musica fosse una piccola parte del mondo dell'arte e l'arte una piccola parte della vita. Prima sei una persona, poi un artista e infine un musicista. Il pianoforte è uno strumento, non un fine. Dino non voleva essere un perfezionista del pianoforte, aveva altro in testa».
Quell'altro che Martinez sente profondamente suo. Quell'altro, racconta Stefano Figliola, che i suoi allievi (ma anche molti docenti) hanno colto, durante le lezioni. «È stato un coro unanime, un entusiasmo mai visto prima, qui dentro. Spero davvero che questo Festival avviato così bene prosegua nei prossimi anni». Quanto al pianista, «masterclass è una parola che non amo, presuppone un maestro da seguire, ma questo non è affatto certo... A me piace suscitare discussioni, non garantire certezze. Questi ragazzi hanno dimostrato una grande voglia di capire, ho notato che non è abituale per loro sentire un docente parlare dei suoi pensieri. Ho colto un po' di stupefazione , ma era voluta. Un maestro non deve seguire l'allievo, un maestro deve soprattutto instillare dubbi».
MARIA PAOLA MASALA

14/01/2011