Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Marina è il quartiere più multietnico

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2011

Il 44 per cento ha aperto un’attività economica: per la vendita e la ristorazione


PIERLUIGI CARTA


CAGLIARI. In città vi sono almeno diecimila immigrati e il loro peso economico assume un rilievo sempre maggiore. Lo straniero ha sempre trovato a Cagliari il suo spazio, già da quando piazzetta Savoia veniva chiamata “piazzetta gialla”, negli anni ’50, per via delle quattro bancarelle di pellami gestite da pionieri cinesi. E proprio i vicoli di Marina si sono evoluti fino a diventare il centro più cosmopolita della città, dove i colori delle diverse nazionalità si confondono in un multiculturalismo basato sulla convivenza, sul rispetto reciproco e sull’inclusione. In quell’intrico di vie attraversate da via Cavour, via Savoia, via Sant’Eulalia e via Roma, dove il kebab primeggia sul big mac, nel complesso c’è stata una rivalutazione architettonica, economica e urbanistica. Mentre fino a qualche tempo fa tutta l’area era lasciata all’incuria dalle amministrazioni comunali.
Per la mediatrice culturale Clara De Sousa (di origine brasiliana) i sardi si sono dimostrati per niente razzisti. «L’immigrazione - afferma - non viene vissuta come un problema dagli abitanti di Cagliari, e gli esempi di Villanova e Marina ne sono un esempio. Vivo in Italia da 13 anni e ciò che è sempre prevalso nei miei confronti è la curiosità e non la diffidenza». La situazione lavorativa rappresenta, invece, un punto dolente e trovare lavoro in città è un traguardo arduo per un immigrato, «ma non irraggiungibile». Secondo i dati del dossier statistico della Caritas gli stranieri in Sardegna hanno raggiunto le 33.301 unità al 31 dicembre del 2009. Dai dati Inps, raccolti nel testo di Marco Zurru del 2008, risulta che a Cagliari sono iscritti all’anagrafe circa diecimila stranieri e che questi lavorano soprattutto come dipendenti aziendali e nell’aiuto domestico. Mentre il settore nel quale sono più attivi è il commercio col 44 per cento degli immigrati residenti, al secondo e terzo posto si trova la metallurgia e la meccanica, ma con percentuali molto inferiori. L’analisi della studiosa dell’Asia Annamaria Baldussi è positiva: il tessuto migratorio ha giovato a “sa Marina” e alla città.