Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Recupero dell’anfiteatro romano: il progettista per ora non si trova

Fonte: La Nuova Sardegna
5 gennaio 2011

Continua la ricerca di uno studio tecnico disposto a intervenire


CAGLIARI. Il Comune non riesce a trovare una soluzione per l’anfiteatro romano, ancora oscurato dai gradoni in legno deteriorati dal tempo. Finiti su altre urgenze i soldi per smontare le tribune, l’amministrazione Floris vorrebbe affidare a uno studio tecnico la progettazione del «recupero e valorizzazione dell’anfiteatro romano e dell’area archeologica intorno al monumento» come se un sito storico di importanza internazionale avesse necessità di un intervento del Comune per acquistare valore. In realtà il valore del monumento è stato compromesso dalla scelta dell’amministrazione Delogu, che ispirata dall’allora sovrintendente al teatro lirico Mauro Meli spese sei miliardi di lire destinati al restauro di edifici storici per costruire la legnaia. E ormai sono dieci anni che il sindaco Emilio Floris deve fare i conti con quella decisione contestatissima da archeologi, intellettuali e ambientalisti, comprese le conseguenze giudiziarie: un’inchiesta della Procura che potrebbe portare al giudizio del tribunale dirigenti e funzionari comunali a causa della gestione dell’arena, assegnata senza una gara pubblica. Comunque sia ora serve un progetto di recupero. E pur di trovare uno studio di progettazione disposto a indicare la strada giusta gli uffici comunale hanno prorogato il bando di concorso - il tesu internet dal 28 febbraio - che dovrebbe portare al nome di un professionista disposto a intervenire. Ma sarà davvero possibile trovare qualcuno in grado di indicare una soluzione per l’anfiteatro? Qualcuno disposto a rischiare, perchè smontare oggi le tribune è un rischio evidente: i plinti d’acciaio che perforano la roccia alla base del monumento e parte dei gradoni originari dovrebbero essere estratti e l’operazione potrebbe danneggiare la struttura. Il reato di danneggiamento si configura al momento in cui il danno si manifesta, quindi - se dovesse verificarsi - non all’installazione delle tribune ma nella fase dello smantellamento. Chi vorrà farsi carico di un rischio di questa portata? La decisione di prorogare il bando ha già dato una prima risposta: probabilmente nessuno. Ora gli uffici ci riprovano, nella speranza che il nuovo anno porti bene. (m.l)