Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Saldi nei negozi, partenza anticipata

Fonte: L'Unione Sarda
4 gennaio 2011

La data ufficiale di inizio delle vendite scontate è l'8 gennaio, ma molti commercianti vendono già capi a prezzi ribassati

Deidda: in Sardegna ogni famiglia spenderà 320 euro

Sabato inizieranno i saldi invernali che dureranno sino all'8 marzo. Un'opportunità per i commercianti che sperano di raddrizzare una stagione non positiva e un'occasione per gli affari dei clienti.
Pronti via. Sabato 8 è la data fissata per la partenza delle vendite con i saldi. Due mesi con sconti sino e oltre il 50 per cento del prezzo originario. In verità, però, i saldi veri sono già iniziati e anche quest'anno puntuali e velenose arrivano le critiche per una consuetudine che i commercianti stessi definiscono da Far west. Dove il più forte vince e dove le multe, soprattutto per le attività più importanti, sono una voce passiva del bilancio ben ammortizzata che non spaventa più di tanto. Nel 2010 la crisi è andata a sommarsi a una costante del Dna del commerciante cagliaritano: la lamentela per gli scarsi affari.
Dall'altra parte della barricata, gli acquirenti aspettano con pazienza la data dei saldi, anche a costo di rimandare a dopo l'Epifania i regali natalizi. Qualche negoziante, adeguandosi, sottobanco propone sconti che mandano su tutte le furie le associazioni di categoria e, di contro, fanno la felicità di chi quei beni intende acquistarli. Ma ecco le posizioni di Confcommercio, Confesercenti e Federconsumatori.
CONFCOMMERCIO Per il presidente provinciale della Confcommercio di Cagliari Giancarlo Deidda «occorre una seria riflessione sul meccanismo degli sconti di fine stagione e delle promozioni». L'associazione dei commercianti stima un calo rispetto all'anno scorso dell'8,5 per cento che, tradotto in soldoni, vuol dire che «in Sardegna ogni famiglia spenderà 320 euro contro i 432 della media nazionale». Il Centro studi di Confcommercio ha calcolato che nella provincia di Cagliari le famiglie che acquisteranno in saldi saranno circa 124 mila, generando una spesa stimata intorno ai 40 milioni di euro. Una spesa che rappresenterà, nella media, circa il 21,3 per cento del fatturato annuo di settore. «Rispetto agli anni passati - commenta Deidda - il bilancio delle vendite natalizie di abbigliamento e calzature è poco soddisfacente con la conseguenza che i consumatori preferiscono posticipare i propri acquisti subito dopo le festività, consolidando così l'abitudine agli acquisti nei periodi di promozione. Tutto questo impone una seria riflessione sull'attuale meccanismo di saldi e promozioni». Uno slittamento degli acquisti che spiega, novità di quest'anno secondo Confcommercio, i saldi sui telefoni cellulari, ma anche su prodotti del momento come gli apparecchi hi-tech, al pari di prodotti di moda amati dai giovanissimi, ma anche su mobili e complementi d'arredo.
CONFESERCENTI Roberto Bolognese, rappresentante della Confesercenti, ha la solita grinta. E parte in quarta con una denuncia. «I saldi sono già iniziati e chi li ha anticipati si garantisce almeno il 20 per cento del volume totale degli affari. Di sicuro c'è troppa confusione e qualche collega ne approfitta in modo scorretto». Per Bolognese non ci sono alternative. «Il legislatore deve modificare la legge o fare in modo che venga rispettata. Serve chiarezza per evitare la giungla. Le irregolarità si manifestano anche nei comuni confinanti dell'area vasta. A Cagliari - afferma Bolognese - i controlli sono più rigidi, non lo stesso succede a Sestu o Quartucciu». Per Confesercenti non basta rifugiarsi dietro la scusa di un'annata storta. «I magazzini sono pieni e abbiamo bisogno di liquidità, ma perché la competizione sia equa tutti dobbiamo partire dalla stessa linea. Basta con i soliti furbi che contattano i clienti con sms, telefonate o email». Ma non è che i commercianti sono troppi? «Sì, e la risposta del mercato sarà dolorosa. Servono regole, il liberismo ha condizionato negativamente il commercio, favorendo i centri commerciali».
FEDERCONSUMATORI Andrea Pusceddu di Federconsumatori mette in guardia chi intende acquistare merce con i saldi. «Bisogna stare sempre attenti, in vendita si può trovare anche merce degli anni passati». Come spiega il calo delle vendite natalizie e l'attesa dei consumatori per le vendite scontate? «Nel 2010 l'aumento del costo della vita ha determinato un taglio di mille euro da destinare agli acquisti». Dal punto di vista del consumatore, la partenza anticipata dei saldi come è considerata? «Senza dubbio positiva». I commercianti denunciano quella che ormai è una consuetudine negativa. «La concorrenza per il consumatore è favorevole: i saldi dovrebbero essere a discrezione dei negozianti».
ANDREA ARTIZZU

04/01/2011

la proposta
«Mercato libero a favore di chi compra»


Una cosa è certa: parlare di saldi equivale a parlare del Far west. Troppo spesso le regole ci sono solo sulla carta e quando vengono scavalcate hanno effetti diversi a seconda del volume d'affari dell'attività commerciale. Non c'è bisogno del consulto degli economisti per capire che una sanzione da mille euro ha un peso diverso a seconda che si tratti del negoziante di via Manno o del centro commerciale, magari dell'hinterland dove i controlli e le verifiche sono un optional. Le associazioni degli esercenti lo denunciano da tempo: i saldi veri, quelli che permettono al consumatore di accaparrarsi a prezzi scontati l'abito sognato da una stagione o il maglioncino super elegante, sono già terminati ancora prima di iniziare. Pagine di giornale, telefonate, email o sms corrono più veloci delle date fissate. Già da Natale i prezzi alla cassa venivano tagliati di percentuali consistenti. Ma allora, perché non abolire definitivamente quello specchietto per le allodole? Non sarebbe meglio lasciare il mercato libero di determinare i tempi? Andrea Pusceddu della Federconsumatori non ha dubbi. «Le vendite con i saldi devono essere a discrezione del commerciante. È fuori discussione il fatto che la concorrenza è a tutto favore di chi deve acquistare». Roberto Bolognese di Confesercenti è dall'altra parte della trincea. «Il 70 per cento di noi è contro la liberalizzazione. Qualche paletto serve. Per forza. L'eliminazione dei saldi andrebbe a favore della grande distribuzione. Sarebbe un colpo mortale per il commercio». (a. a.)

04/01/2011