Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La città perde i suoi gioielli più prestigiosi

Fonte: La Nuova Sardegna
30 dicembre 2010



Nel 2011 drastico taglio dei finanziamenti alle soprintendenze



Sarà difficile programmare anche le manutenzioni ordinarie Gli scavi si dovranno fermare

CAGLIARI. Breve elenco dei tesori che la città non tutela con tutto l’impegno necessario.
Villa di Tigellio. E’ il primo esempio. Dopo anni di incuria adesso è valorizzata in modo soddisfacente con le informazioni sulla storia del monumento e la visualizzazione di come doveva essere. Ma è il problema è la sua sopravvivenza: i muri si stanno assottigliando, la pietra si sbriciola a poco a poco e le intemperie ormai non troppo distanti tra loro fanno il resto. La pietra di Cagliari è molto friabile e quindi è difficile che, una volta emersa dalla terra, resiste al tempo. La villa avrebbe bisogno di un intervento importante, ma per il 2011 la soprintendenza ai beni archeologici subirà un ulteriore taglio ai già risicati finanziamenti del 2010. Quindi ancora per l’anno che sta arrivando non c’è aria di programmare un restauro adeguato.
Anfiteatro romano. Denunciato moltissime volte, il problema non sembra turbare i sonni degli amministratori comunali, responsabili della situazione del monumento, unico anfiteatro romano imperiale sardo giunto fino alla nostra epoca, conosciuto fra gli studiosi di antichità romane per la caratteristica di essere mezzo scavato nella roccia e mezzo costruito con pietre, incastonato nella valle di Palabanda con un conseguente pregio paesaggistico indiscusso, l’anfiteatro è seriamente minacciato dalla muffa. E’ una formazione tipica dell’incontro tra metallo e pietra: il metallo è quello delle sciagurate tribune coi palchi di legno che lo coprono da dieci anni. La presenza prolungata delle tribune sulla pietra ha provocato il proliferare di muffe che si sono formate lungo tutta l’impalcatura. La soluzione è smontare tutto.
Santa Gilla. E’ la tomba del sistema portuale fenicio e punico che aveva fatto di Cagliari uno dei più battuti porti del Mediterraneo. Nello stagno c’era il porto delle merci alimentari: arrivavano nelle barche del Rio Mannu navigabile, venivano caricate nelle chiatte che attraversavano lo stagno per arrivare sotto le navi nel porto in via Roma. Un sistema perfetto, che ogni tanto perdeva pezzi: le chiatte a volte si rovesciavano e il fondo di Santa Gilla si è coperto di anfore con ogni genere di cibo. Testimonianza di usi e costumi di una lunga epoca.
Sella del Diavolo. E’ un concentrato di storia della città dai Fenici ai Romani e anche della 2ª guerra mondiale. Luogo bello, è stato scavato solo in parte. Il poco che emerge si sta rovinando.