Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Da Natale ai saldi, la crisi continua

Fonte: L'Unione Sarda
28 dicembre 2010

Associazioni di consumatori e “sindacati” dei commercianti sono d'accordo: cambiano soltanto i numeri del crollo
La stagione degli sconti fa paura: si va verso il -20%
Nel 2011, la spesa pro capite in Italia uguale a quella sarda del 2010: si ipotizzano circa 173 euro a persona, con un calo di un quinto.
Il Natale è stato un disastro. E, almeno stando alle previsioni, il periodo dei saldi non servirà certo a invertire la tendenza. Anzi, potrebbe rappresentare il canto del cigno di molte aziende: è il grido d'allarme dei commercianti cagliaritani, preoccupati per una crisi che sembra non voler imboccare una via d'uscita. Le strade del centro storico, quelle tradizionalmente legate allo shopping natalizio, non sono state prese d'assalto. E non lo saranno neanche a partire dall'otto gennaio quando comincerà il periodo dei saldi.
I PRIMI BILANCI A Cagliari, secondo quando sostiene Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti, si è registrato un calo tra il 20 e il 30 per cento rispetto all'anno scorso. Un dato esagerato? Parrebbe di no, se si dà un'occhiata ai numeri pubblicati ieri da alcune associazioni di consumatori: a livello nazionale, secondo la stima di Adusbef e Federconsumatori, il calo sarebbe del 12 per cento; invece, il Codacons parla di una discesa che si attesta al 20 per cento. Nessun numero ufficiale, invece, da parte di Confcommercio: il “sindacato” dei commercianti sta raccogliendo i numeri in arrivo dalle sedi locali; soltanto nei prossimi giorni, renderà pubblica la statistica. Anche se, secondo la Confcommercio, il calo non dovrebbe essere così evidente come raccontato dalle associazioni dei consumatori.
I SALDI Ma il futuro, anche quello più prossimo, fa ugualmente paura. Perché i saldi, periodo nel quale i commercianti rimettono a posto i loro conti (il volume degli affari varia tra il 20 e il 25 per cento di quello totale anche se per i negozi di abbigliamento e calzature cala al 18 per cento), non promettono nulla di buono. E questa volta, pur con variazioni statistiche, tutti, Confcommercio e associazioni di consumatori sono d'accordo: secondo il sindacato degli esercenti le famiglie che spenderanno denaro durante i saldi saranno circa 15 milioni (su un totale di poco superiore ai 25 milioni); il Codacons vede ancora più nero e parla di 10.800 famiglie.
IL CONFRONTO Numeri che sarebbero già di per se stessi preoccupanti. Ma un altro dato fa ancora più paura. Un dato che, indirettamente, riguarda proprio i consumatori sardi. Mentre il Codacons sostiene che la spesa media sarà di 104 euro a persona, Confcommercio parla di 173 euro (e circa 400 a famiglia). Un dato, guarda caso, identico alla spesa media pro capite dei sardi nel periodo dei saldi 2010. Perché preoccupante? Confrontando i dati nazionali con quelli isolani si è sempre rilevata una differenza (purtroppo negativa) del 20 per cento. Questo significa che è prevedibile un calo attorno a questa percentuale. Diventa inquietante fare previsioni che riguardano il commercio in Sardegna.
IL FUTURO Non a caso, la Confesercenti provinciale ha lanciato un grido d'allarme: terminati i saldi (dunque, dopo che i commercianti saranno riusciti a fare un po' di cassa), molte attività abbasseranno definitivamente le saracinesche. Ma questo non significa necessariamente un calo nel numero degli imprenditori: anche nel 2010, nonostante la crisi, il saldo tra le nuove imprese iscritte alla Camera di commercio di Cagliari e quelle che hanno cessato l'attività è stato positivo: secondo l'ultimo report , quello relativo al 3° trimestre dell'anno, sono state registrate 1.056 nuove iscrizioni a fronte di 607 cessazioni: in realtà, proprio il settore commerciale è quello che ha registrato uno tra gli incrementi meno forti (208 iscrizioni e 198 cessazioni). Tuttavia, raccontano gli economisti, il dato potrebbe essere “drogato” dall'aumento della disoccupazione: molti di quelli che si ritrovano senza lavoro, cercano di mettersi in proprio e mettono su un'azienda. Ultimi arrivati che, spesso, senza un'adeguata preparazione, finiscono con il trasformarsi in fuochi di paglia che riescono a stare sul mercato per un periodo breve.
MARCELLO COCCO

28/12/2010