Rassegna Stampa

Cinemecum

Parata di stelle per “Tre minuti di celebrità a Cagliari”

Fonte: Cinemecum
24 dicembre 2010

Cerimonia di premiazione per i vincitori del concorso con una giuria presieduta dal Premio Oscar Osvaldo Desideri. Fra gli ospiti anche Franco Nero e Lina Wertmüller. I nomi dei vincitori.
di A. B.

Gran Gala finale per la quarta edizione di “Tre minuti di celebrità a Cagliari”, il concorso riservato ai cortometraggi che in 180 secondi rappresentino l'essenza della città, cogliendo uno o più dei suoi tratti significativi tra storie vere o inventate, schegge di memoria piuttosto che anticipazioni del futuro.

In un'affollata Sala Nazzari, presso il Cineworld di Cagliari, si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori: ad affiancare la giuria presieduta dallo scenografo Premio Oscar Osvaldo Desideri e formata da Marco Porru (sceneggiatore), Fiorenza Tessari (attrice), Priamo Tolu (fotografo), Marco Ravasio (musicista), artisti del calibro di Lina Wertmüller e Franco Nero, l'eclettico jazzista Lino Patruno, che ha rievocato i suoi trascorsi teatrali e cinematografici – dai Gufi ad “Amarcord” di Fellini, alle varie colonne sonore – e prima fra tutte l'avventura di “Bix” di Pupi Avati, e i giovani attori Elena Arvigo (Diplomata alla Scuola del Piccolo, un solido curriculum teatrale e tanto cinema, da Greenaway a Pieraccioni, da Virzì a Peter Marcias, al set di “Mangia prega ama” di Ryan Murphy con Julia Roberts e Javier Bardem) e Gianluca Merolli (già volto noto di “Amici”, una carriera nel musical grazie alle sue doti di cantante e prossimamente a teatro con “Che ora è?” di Scola). 

La tre giorni del Festival con la direzione artistica del regista Peter Marcias si è quindi chiusa in bellezza, con un “parterre di vip” secondo la definizione della presentatrice della serata, Antonella Salvucci (che all'avvenenza da fotomodella aggiunge intelligenza e passione d'attrice) chiamata a premiare i vincitori. Da Franco Nero che rievoca aneddoti della sua prima volta in Sardegna e di quel lontano «primo film sul banditismo (“Sequestro di persona” di Mingozzi) con una giovane e promettente, ancora poco conosciuta (in Italia) Charlotte Rampling». E se da un lato sottolinea: «ho fatto debuttare sette registi giovani con i corti», accenna a come il suo legame con l'Isola si sia recentemente rafforzato grazie alla collaborazione con Giancarlo Planta per “Angelus Hiroshimae” (girato a L'Aquila prima del terremoto): un film muto, con le musiche di Morricone, presentato in anteprima a Hollywood e recentemente al "MittelCinemaFest" di Budapest. 

Ironica e diretta, la sempre formidabile Lina Wertmüller che nel dichiarare il suo amore per la Sardegna (e di aver strenuamente difeso il segreto sullo scenario di “Travolti” perché non venisse deturpato) lancia un invito e una sfida a far dell'Isola «il vostro Eldorado», invitando infine i giovani registi a prendersi cura delle storie - fino a proporre un premio per la sceneggiatura (agli organizzatori di “Tre minuti” l'occasione di accontentarla!).
E visto che la vera curiosità, al di là delle notazioni mondane (vedi l'abito verde della presentatrice, troppo crudelmente scollato rispetto al condizionamento della sala; ovvero gli occhi puntati sulle stelle del cinema, oltre che sullo schermo; e qualche piccola “confusione” nella scaletta ad accrescere la suspense) sarà per i risultati della kermesse, ecco i nomi: 

per la sezione che riuniva amatori e professionisti:

1° classificato: “Aria” di Roberto Dessì, «per l’eccellente qualità tecnica» e l'aver messo in evidenza «la bellezza della città attraverso la musica» sfuggendo all'effetto cartolina, evocando invece un immaginario concerto che sembra scaturire dal vento
2° classificato: “Golfo degli Angeli” di Theo Piu «per aver reso la città di Cagliari teatro di grande sensibilità, armonia e bellezza»; di nuovo la città protagonista nelle danze, materializzazione di incorporei custodi tra umane fragilità.
3° classificato: ex aequo
“Ricci e polpa” di Nunzio Caponio, «per un segnale di denuncia forte per un cambiamento della classe lavoratrice, nella ricerca di un lavoro tradizionale senza lasciare la Sardegna»; il film giocato sul contrasto tra le difficoltà quotidiane dei ricciai del Poetto e raffinate degustazioni “marine”.
“Rewind” di Roberto Casula; dove si affronta un tema sociale “scottante”, con le immagini di una notte alcolica dall'esito tragico che ritornano al punto di partenza, un messaggio dal significato inequivocabile.

Per la sezione riservata agli studenti (con esiti diversissimi dove non mancano estro e fantasia):
1° classificato: “Cagliari città e fuga” di Ernesto Pusceddu, che sembra ripercorre il tragitto e pure lo spaesamento di tanti pendolari in una soggettiva alquanto personale sul capoluogo.
2° classificato: “Z” di Alessandro Concas che privilegia la cifra dell'(auto)ironia in una dimensione da metacinema, sul corto che (non, o magari forse) si farà.
3° classificato: “180 secondi di Salvatore Melis” di Alessandro Di Naro, che affida ad uno speciale testimone un sapido, icastico viaggio nella memoria (in bianco e nero).
A rendere più appassionante la competizione, e certamente più dolce la vittoria, al di là del successo in sé, i premi: 2.500 euro per il primo classificato tra professionisti e amatori, 1500 per il secondo e 1000 al terzo (in questo caso in ex aequo); per gli studenti rispettivamente 1500, 1000 e 500 euro.
Non è un vezzo soffermarsi su queste cifre, neppure esigue per un concorso di cortometraggi, che aprono il capitolo sulla professionalità: se è importante che fioriscano film indipendenti, come sottolinea il presidente della giuria Osvaldo Desideri «il cinema è un lavoro e ci vogliono i soldi: o lo facciamo come si deve o è meglio che smettiamo tutti». Ci vuol altro che i cellulari, insomma!! Ed affiorano i ricordi dell'artista che ha lavorato con Fellini e Antonioni, Sergio Leone e Liliana Cavani, quando «il cinema era una cosa magica, un sogno», di contro all'amaro pensiero che «Cinecittà scomparirà: non do la colpa a nessuno, è un dato di fatto».

Se nella determinazione della quaterna vincitrice considerazioni estetiche hanno giustamente pesato accanto al contenuto, sono i temi “sensibili” e d'attualità a motivare il Premio Speciale della Giuria a “La strada è stata nostra” di Stefano Sanna, «per un segnale forte a tutta la comunità ostile alle diversità. La speranza verso un rapido cambiamento partendo dal segnale grafico (“meno scritte più speranza”)». Così il documentario di una giornata (e una manifestazione) particolare: 2500, 3000 persone che sfilano in difesa dei diritti degli omosessuali, cittadini come tutti gli altri, diventa il simbolo, il primo passo verso la civiltà e la democrazia (nonostante le solite note stonate sui muri...). E anche il Premio delle Associazioni di Cinema a “L'ultima notte” di Gianfranco Cudrano (l'incubo di un futuro peggio che precario) è stato assegnato «per la qualità tecnica e il tema trattato, di grande attualità. Per il merito di aver raccontato Cagliari non con un linguaggio documentaristico, ma attraverso una sceneggiatura di fiction». Interessante e insolito “punto di vista” ne “L'ultima spiaggia” di Francesco Liori cui va il Premio Cinemecum: un Poetto “abbandonato” fa da sfondo ad un dramma squisitamente canino, metafora dell'incuria umana, in attento equilibrio tra soggetto e forma. E adesso? La quinta edizione di “Tre minuti di celebrità a Cagliari” è già dietro l'angolo, ma la competizione non finisce qui: i visitatori e lettori di Cinemecum avranno la possibilità (e responsabilità) di votare, nella rosa dei 21 migliori film in concorso, il “loro” vincitore.