Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sindaco e impresa: chiederemo i danni

Fonte: La Nuova Sardegna
6 agosto 2008

MERCOLEDÌ, 06 AGOSTO 2008

Pagina 5 - Sardegna


Floris: ma ho l’amaro in bocca. Cualbu: a settembre via ai lavori

Dispiace che si sia perso tempo e che la città non abbia ancora il suo parco

ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. «Sì, abbiamo vinto: il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Regione... Contento? No, in questo momento ho l’amaro in bocca», afferma il sindaco di Cagliari Emilio Floris. «La Regione - continua - dovrà risarcire i danni e questo significa che a pagare saranno i cittadini».
Per la Coimpresa, la sentenza del Consiglio «significa che lo stato di diritto esiste ancora. E questo è importante sia per noi che per la città», precisa Giuseppe Cualbu, amministratore della Coimpresa, che nel 2000 aveva firmato, assieme alla Regione e al Comune, l’accordo di programma sulla lotizzazione integrata: per la realizzazione di un parco archeolgocio (di circa venti ettari) sul colle di Tuvixeddu, a Cagliari, e di una serie di edificazioni (circa quattrocento appartamenti) in un altro lato del colle, a lato di via Is Maglias. «Dispiace che si sia perso tutto questo tempo - continua - e che Cagliari non abbia ancora il suo parco. E anche che, per via di questi ritardi, siamo stati costretti a una ristrutturazione e contrazione degli organici».
A suo tempo, in consiglio comunale, il sindaco Floris, aveva tentato una prima stima dei danni che l’amministrazione avrebbe dovuto pagare (per il blocco dei lavori del parco e, soprattutto, della strada, da lei appaltati): dagli otto ai dieci milioni. «Se non ci fosse stato l’intervento della Regione - precisa il sindaco - il parco sarebbe già realtà». Per il momento, però, non è possibile dire quando questo cantiere potrà riprendere i lavori in quanto ancora sotto sequestro, su disposizione della magistratura.
Oggi vi sarà, inoltre, un incontro del sindaco coi funzionari comunali, per verificare i passaggi da fare dopo la sentenza. Il problema, continua il primo cittadino, «è che il meglio è nemico del bene. Tutto è perfettibile, lo sappiamo, ma bisogna agire dialogando. Solo che la Regione, a un certo punto, è andata contro tutto e tutti e dire che noi avevamo trovato anche la soluzione per la strada: per non farla passare nel canyon, ma sotto. Intanto, però, abbiamo anche perso una serie di finanziamenti».
La Coimpresa, da parte sua, ipotizza che da settembre potrebbe riprendere i lavori. «A regime - informa Cualbu - potremmo avere circa duecento lavoratori impegnati, più l’indotto». Ma il tempo passato e «le polemiche hanno creato anche un pesante danno di immagine, soprattutto con le affermazioni che dicevano che noi non stavamo tutelando il patrimonio archeologico. Mentre le sentenze hanno detto chiaro che non è così e che le irregolarità, nella sostanza, sono altrove. Ora anche noi dovremo quantificare i danni e saranno di svariati milioni».