Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pista ai privati, la rabbia delle famiglie

Fonte: L'Unione Sarda
20 dicembre 2010

Monte Urpinu. Recintato lo spazio all'aperto che ha ospitato generazioni di bambini
Le mamme: «Adesso dove giocheranno i nostri figli?»
Per 40 anni la pista di pattinaggio è stata utilizzata dai bambini per pattinare, correre, giocare a pallone e imparare ad andare in bici.
Per 40 anni la pista di pattinaggio di Monte Urpinu, la prima realizzata in città, antecedente anche a quella di via Rockefeller, è stata utilizzata da due generazioni di bambini cagliaritani non solo per pattinare, ma anche per correre in libertà, giocare a pallone e imparare ad andare in bicicletta senza rotelle sotto lo sguardo attento dei genitori.
AREA PRIVATIZZATA Oggi quella pista non esiste più: l'area adiacente a via Vidal in cui sorgeva dai primi anni 70 è stata data in concessione a un privato che l'ha recintata. In futuro ospiterà quasi certamente giochi gonfiabili e l'accesso sarà a pagamento. Analoga sorte era già toccata, una decina d'anni fa, all'attiguo campo da calcio, teatro per decenni di epiche sfide all'ultimo gol tra i ragazzini del quartiere. Anche in questo caso il campetto fu fatto fuori da un giorno all'altro per lasciar spazio a una nuova area-giochi per bambini rigorosamente a pagamento. Quello che un tempo era un parco totalmente pubblico, insomma, sta diventando col passare degli anni un parco sempre più privato, perché l'Amministrazione comunale sta continuando a cedere pezzi a imprenditori specializzati nei servizi ludici per l'infanzia.
LA PROTESTA Una scelta impopolare che sta ingenerando non pochi malumori, al punto che ieri mattina nel parco si è svolta una manifestazione di protesta. Una trentina di persone, tra genitori e nonni, ha dato vita a un sit-in all'ingresso dell'ex pista di pattinaggio per esprimere il proprio dissenso e chiedere a gran voce che le poche aree pubbliche rimaste a Monte Urpinu restino tali.
Per dare maggior peso alla propria istanza, i genitori hanno fondato anche un comitato spontaneo e si dichiarano pronti a dare battaglia. «Ci siamo riuniti per protestare, informare e sensibilizzare», ha spiegato la portavoce, Giulia Cannas. «Abbiamo portato con noi anche i bambini e insieme a loro abbiamo realizzato un albero di Natale con scatole di cartone colorato. Il regalo che ci piacerebbe ricevere? Riavere a disposizione la nostra vecchia pista, dove i bambini potevano giocare gratis ogni giorno. Se ciò non sarà possibile, chiediamo almeno che gli spazi di Monte Urpinu rimasti pubblici non siano assegnati ad altri privati». Dello stesso avviso Sara Falqui, una giovane mamma. «Sia noi che i nostri bambini siamo molto dispiaciuti», ha detto, «perché non possiamo più usufruire di spazi importanti non solo per il quartiere, ma per tutta la città».
PAOLO LOCHE

20/12/2010