Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ugo Tognazzi, mio padre»

Fonte: L'Unione Sarda
16 dicembre 2010

Al festival con il figlio Gianmarco per raccontareil grande attore



Racconta Gianmarco Tognazzi che il padre Ugo amava definirsi «figlio dei suoi figli», un uomo la cui grandezza indiscutibile derivava dal «suo essere un eterno bambino, un uomo trasparente e onesto, che sapeva giocare». Un padre certo poco presente («poteva fare anche 11 film l'anno da protagonista») e che non aveva le caratteristiche del padre educatore, ma piuttosto lasciava i figli liberi di esprimersi, «facendosi spiare nei suoi pregi e nei suoi difetti, nelle sue gioie e nei suoi dolori».
Un uomo che amava la vita e il contatto con gli amici e se ne circondava ogni volta che era possibile, specie quando cucinava («diceva che quello del cuoco era il suo vero lavoro») improvvisando siparietti familiari che erano, in fondo, il proseguimento dello spettacolo e dell'intrattenimento con altri mezzi. «Spesso portava a casa non il padre ma il personaggio», prosegue Gianmarco. «A volte era un po' donna, a volte giocherellone alla Amici Miei , con scherzi anche pesantucci, altre volte un po' matto. Un figlio poteva uscirne scombussolato..».
Il ritratto di Tognazzi padre emerso martedì durante il festival Tre minuti di celebrità a Cagliari è stato molto intimo, personale, anche toccante. Grazie alle parole del figlio Gianmarco, intervistato sul palco dal giornalista Sergio Naitza (insieme alla sceneggiatrice Manuela Tempesta) e grazie al bellissimo film documentario realizzato dalla sorella Maria Sole, Ritratto di mio padre , che racconta la figura di Ugo attraverso immagini di repertorio, interviste ad amici e colleghi (Mario Monicelli, Paolo Villaggio, Pupi Avati) e video in super 8 recuperati nell'archivio privato di casa Tognazzi. Il film è stato realizzato per il ventennale della scomparsa e Gianmarco ne ha approfittato per una considerazione un po' amara: «Artisti come Tognazzi, Gassman e molti altri andrebbero ricordati al di là degli anniversari», dice l'attore. «Compiamo un sacrilegio della memoria a non ricordarci di loro, un patrimonio culturale inestimabile». ( a. t. )

16/12/2010