Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gran Galà dei talenti sardi al Lirico con L'Unione

Fonte: L'Unione Sarda
13 dicembre 2010

Gran Galà dei talenti sardi al Lirico con L'Unione

La vita senza musica è follia, hanno scritto i lavoratori del Teatro Lirico su un grande striscione. Citano Nietzsche, e pensano a se stessi, al dramma di un teatro che va salvato. Irrompono nella sala alla fine della prima parte del Gran Galà dell'Unione Sarda, vestiti da matti, o da protagonisti del melodramma, che è un po' la stessa cosa. Occupano l'ingresso del teatro al termine dello spettacolo. E sarò colpa dei Pagliacci di Mascagni ma qualcuno non trattiene le lacrime.
La vita senza musica è follia, e spesso chi la fa è folle. Come Romeo Scaccia, che si impossessa del pianoforte (un bellissimo Fazioli) e ne fa ciò che vuole. Dando vita, seguito dall'orchestra, alla sua indiavolata “Suite rapsodica” in tre tempi, proponendo come bis uno straordinario “Deus ti salvet Maria” che piacerebbe alla diretta interessata, regalando infine al pubblico entusiasta (col cappelluccio in testa ma senza più giacca) il suo personalissimo Volo del calabrone: Rimskij-Korsakov a tempo di jazz e il Mozart della Marcia turca. Suonerebbe tutta la sera, potesse farlo, e noi staremmo a sentirlo.
Ma il Gran Galà dell'Unione Sarda ha altri talenti da proporre, tutti sardi, tutti bravissimi. A cominciare da quei due ragazzi, Riccardo Spiga, allievo di Giorgio Baggiani, e Anna Bruna Atzeni, allieva di Pasquale Cao, che aprono la serata donando al pubblico l'impacciata freschezza della loro giovanissima età, e due perle assolute: lui il trascinante Allegro dal Concerto per tromba di Haydn, lei l'inarrivabile Adagio dal concerto per clarinetto di Mozart.
Arriva Rossini, con la cavatina di Tancredi e la voce del contraltista Gianluca Belfiori Doro. Un interprete raffinato e affermato, docente di canto barocco al Conservatorio di Cagliari. Sul podio, a dirigere l'orchestra del Pierluigi da Palestrina, il maestro Massimiliano Carraro. Che regala una travolgente Danza ungherese di Brahms (la 5), l'inquietante Danza dei cavalieri dal Romeo e Giulietta di Prokofiev, e infine le sonorità mediterranee proposte da una incantevole madonna incinta del Trecento: Ambra Pintore canta la campidanese “Anda si olis andai” e l'algherese “Minyona Morena”. Arrangiate entrambe da Matteo Martis, altro musicista di genio. Poi è tempo di Scaccia, delle sonorità che richiamano il suo Contrast e le musiche originali del film La Grazia, prodotto qualche anno fa dall'Unione Sarda e presentato proprio al Lirico.
La seconda parte riserva una delusione. Manca Gianluca Floris, bloccato a casa da una laringite, manca Cavaradossi e la sua Recondita Armonia, ed è un vero peccato. Al soprano sassarese Rosa Maria Cuboni, che doveva interpretare col tenore cagliaritano il duetto finale del primo atto della Butterfly è rimasta (e non è poco) la sua “Un bel di vedremo”. Seguita poi dal Verdi della Forza del Destino, “La vergine degli Angeli”. È il coro preparato da Giuseppe Erdas ad accompagnarla e a trascinare il pubblico nella parte finale. Col santo entusiasmo dell'Oratorio di Saint Saens, del Gloria di Vivaldi e dell'Alleluja di Haendel. Riproposto quest'ultimo come bis alla fine del concerto. Ma prima, tra un Gloria e un Alleluja, irrompe irresistibile, quasi evocato dai battimani del pubblico, la Marcia di Radetzky di Strauss. A ricordarci che il concerto di Capodanno da Vienna è vicino, a farci sperare tutti che la commedia non sia finita. Stasera alle 19.30 il concerto verrà riproposto (per inviti) al mondo che ruota intorno al giornale. Rappresentato ieri dall'editore Zuncheddu, dal direttore Figus, dall'amministratore delegato Podda, dal direttore editoriale Filippini, presidente del Conservatorio che col Lirico ha sostenuto l'iniziativa.
MARIA PAOLA MASALA

11/12/2010