Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il sovrintendente getta la spugna

Fonte: L'Unione Sarda
9 dicembre 2010

Decisiva la veemente contestazione dei dipendenti. Il sindaco Floris parla di «gesto dettato dall'amore per la Fondazione»

Svolta al Teatro lirico, Pietrantonio rimette il mandato

Dopo oltre due mesi di assedio il sovrintendente ha capitolato: nel primo pomeriggio di ieri Maurizio Pietrantonio ha rimesso il mandato nelle mani del presidente della Fondazione del Teatro lirico. «Mandato rimesso», non “dimissioni”, tiene a precisare Emilio Floris. Una finezza dialettica studiata per salvaguardare e difendere l'amicizia che lega il sindaco a un uomo che poche settimane fa aveva voluto riconfermare al vertice del Lirico. Una decisione che si è rivelata sbagliata perché avvenuta contro il volere della maggioranza dei dipendenti del teatro. Non a caso dopo la riconferma del contestato numero uno, non solo non hanno interrotto la protesta ma l'hanno accentuata, coinvolgendo ogni giorno anche il pubblico del Lirico.
LA SVOLTA La verità è che Pietrantonio non aveva alternative. E lo ha capito dopo cinque ore di colloquio, a tratti aspro, con il sindaco e con il consigliere di amministrazione Oscar Serci. Al termine del quale è stato emesso un comunicato concordato. «Dopo un prolungato incontro tra il presidente e il sovrintendente nel quale si sono affrontate la situazione del teatro e le varie problematiche ad esso interconnesse», si legge nella nota, «il maestro Pietrantonio, con l'amore che lo ha sempre contraddistinto verso la fondazione e con grande spirito di collaborazione e senso di responsabilità, ha rimesso il mandato nelle mani del presidente ritenendo che questo gesto possa contribuire ancora di più a una positiva soluzione della crisi. Il sindaco», prosegue il comunicato, «ha apprezzato la sensibilità dimostrata dal sovrintendente, ha preso atto del suo gesto e ha chiesto, ai sensi e per gli effetti dello statuto, che continui nella sua opera in attesa delle determinazioni dell'organo amministrativo».
IL CDA Sarà il Cda, che si riunirà tra lunedì e giovedì prossimo, a trasformare la remissione del mandato in addio. La decisione è scontata. Le dimissioni, come stabilisce lo statuto, devono essere accettate «con la stessa maggioranza con la quale è stato eletto». E la maggioranza ci sarà.
L'ADDIO Il numero uno dimissionario ha poca voglia di parlare. «Il mio è stato un gesto di affetto sincero per il teatro». E a chi gli chiede se la contestazione quotidiana lo abbia stremato (anche ieri mentre si trovava nel cortile del teatro con il sindaco i coristi urlavano “dimettiti”) risponde con le stesse argomentazioni di Floris: «Sui tagli alla cultura è giusto protestare, ma qui c'è stato accanimento nei miei confronti».
IL FUTURO Nel momento in cui c'è da approvare il bilancio, da programmare la stagione 2011 e con mille incognite sul pagamento di stipendi e tredicesime, il vertice del teatro è azzerato e tutto da ricostruire. Vero è che mai come ora il Consiglio di amministrazione è stato operativo, coinvolto, decisivo.
LA PROTESTA Ieri, per il Lirico, è stata una giornata concitata anche per un'altra ragione. Il direttore amministrativo dimissionario, Vincenzo Caldo, è rientrato in teatro, si è richiuso nella sua stanza, e ha tentato di portare via dal suo ufficio effetti personali e un computer, e inoltre avrebbe distrutto numerosi documenti. I sindacati hanno gridato allo scandalo e qualcuno ha minacciato di chiamare le forze dell'ordine. Caldo è rimasto nel suo bunker per tutta la giornata. A questo punto non è improbabile che il gesto del ragioniere campano costringa il Consiglio di amministrazione a fare una verifica contabile dettagliata. Per capire se e per quale ragione sono stati sottratti atti importanti.
FABIO MANCA

08/12/2010

Municipio
E il coro intona le note di “Va pensiero”


Non hanno bloccato la città, ma sono saliti nella scalinata del Municipio e hanno intonato con potenza la “Patria oppressa” dal Macbeth di Verdi. Poi ancora gli “Arredi festivi” e il “Va, pensiero” dal Nabucco, chiudendo con alcuni canti natalizi. La protesta del coro e dei musicisti del Teatro Lirico, una cinquantina in tutto, è andata in scena poco dopo le 18 nel cortile del palazzo comunale di via Roma, mentre all'interno iniziavano i lavori del Consiglio comunale con un'interrogazione del capogruppo del Pd, Ninni Depau, rivolta al sindaco Emilio Floris, che è anche presidente della fondazione dell'Ente Lirico. «La situazione è di fortissimo disagio», ha detto Depau, «sia per le difficili relazioni sindacali che per la mancata programmazione e per il fatto che si sono persi dei fondi. È un malessere che colpisce uno dei centri di eccellenza della nostra città, la principale industria culturale cagliaritana».
Terminata la protesta, una delegazione dei dipendenti del Lirico ha assistito in aula ai lavori dell'assemblea. «Non si capisce», ha concluso Depau, «se i conti dell'ente siano in ordine oppure se ci siano problemi di bilancio, mentre la scuola civica di musica riceve 500 mila euro. Ma una cosa è certa: non esiste ancora un calendario, una programmazione sui fondi e sul futuro». Ammette i problemi il sindaco Emilio Floris: «Il consiglio d'amministrazione è consapevole delle difficoltà», ha esordito, «legate ai problemi con i lavoratori che di gestione. Ma c'è anche un problema di reperimento delle risorse che possano dare un futuro al teatro. Bisogna affrontare uno stato di crisi per rasserenare gli animi di tutti, ma il problema esiste e vogliamo dare risposte con atti concreti». Il sindaco ha anche annunciato che si cercheranno i fondi per riportare in ordine i bilanci.
Subito dopo l'aula ha discusso un'interrogazione di Salvatore Mereu sul trasferimento delle bancarelle natalizie da via Roma al parcheggio del Cis. Il Consiglio ha anche approvato il regolamento per l'igiene urbana e quello della galleria comunale d'arte. ( fr. pi. )

08/12/2010