Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Tagli sì, ma non sacrificate la qualità»

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2010

La crisi. Mentre prosegue l'occupazione dei dipendenti parlano gli spettatori che chiedono meno opere ma importanti

Gli abbonati: «Il Lirico non diventi il teatro dei poveri»

Ieri il senatore Piergiorgio Massidda ha incontrato il ministro Sandro Bondi: «Mi ha confermato di aver mandato una lettera di garanzie alla banca per l'anticipazione di 500 mila euro di fondi».
Che effetto ha sul pubblico la crisi del Lirico? È vero, come ha detto Emilio Floris lunedì ai dipendenti del teatro, che «le manifestazioni di protesta allontanano la gente». O a svuotare le poltrone del Comunale è la crisi economica? O la diminuzione della qualità della programmazione, come sostengono i sindacati? Per capirlo occorre partire da un dato: dal 2006 all'anno scorso, come si evince dal bilancio d'esercizio 2009, gli spettatori sono passati da 132.138 a 124.265, 7873 in meno. Il trend del 2010, in attesa dei dati ufficiali, sembra tendere al negativo, a giudicare dal calo di abbonati e dagli spazi vuoti in platea e in galleria.
QUALITÀ IN CALO Di chi è la colpa? Che cosa percepisce chi il teatro lo frequenta? «Mi rendo conto che la gente sta scemando giorno dopo giorno e ho paura, anche se spero che non sia così, che il Lirico stia avviandosi a diventare il teatrino dei poveri», commenta, «con tristezza», Franco Marras. Architetto, melomane, segue la lirica da cinquant'anni. «Mi rendo conto che gli spettacoli eccellenti che abbiamo visto in passato potremo solo sognarli, anche a causa di una crisi generale. Auspico che se tagli ci saranno, in futuro ci facciano vedere meno rappresentazioni ma di buona qualità».
CRISI GENERALE Anche Rossella Murru, «abbonata da sempre», riconosce che «la crisi è generalizzata», parla con nostalgia della stagione Meli, «che ci proiettò in una dimensione internazionale». Riflettendoci, però, si rende conto che «ora forse paghiamo a caro prezzo quel periodo florido». Dice di aver rinnovato l'abbonamento con perplessità anche perché teme, tra l'altro, «il cambio dei musicisti» e pensa che «questa dirigenza ha le sue manchevolezze e dovrebbe fare un passo indietro o, quanto meno, un esame di coscienza».
LE PROTESTE INCIDONO Vittore Nieddu Arrica, manager, «capisce le difficoltà economiche ma - dice - sarebbe grave se una città importante come Cagliari non potesse avere una stagione lirica e sinfonica all'altezza della tradizione». E ritiene, come il sindaco, che le ripetute proteste e la cancellazione delle opere programmate «possano far disamorare anche un melomane come me».
LA BIGLIETTERIA Vero è che a indispettire gli affezionati del teatro può essere, ad esempio, una biglietteria inefficiente. Gianni Cara è uno che non ha rinnovato l'abbonamento perché ha trovato agli sportelli personale «scortese e incompetente» che, peraltro, gli ha chiesto di pagare dieci euro per la prevendita. «Da tempo», spiega, «sono legato al teatro dell'opera, anche prima che esistesse il Lirico ed in biglietteria ho sempre avuto il privilegio di avere delle interlocutrici gentili, disponibili e preparate. Ora non più». Per Edoardo Scarpetta «il Lirico, come altri teatri, é ormai entrato in un'inesorabile agonia, nonostante l'impegno e il sacrificio delle maestranze. E la situazione peggiora di giorno in giorno».
MASSIDDA E BONDI Ieri, intanto, il senatore Piergiorgio Massidda ha incontrato il ministro Sandro Bondi: «Mi ha confermato di aver mandato una lettera di garanzie alla banca per l'anticipazione di 500 mila euro euro di fondi Arcus (la stessa rassicurazione l'aveva data lunedì il sindaco Floris) ed ha preso l'impegno di rimodulare il Fondo unico per lo spettacolo». (f.ma.)

02/12/2010



Il caso
Solidarietà ai lavoratori La protesta solitaria di un commercialista


Prima di entrare ad assistere alla replica del balletto “Lo Schiaccianoci” si è sistemato all'ingresso del Teatro lirico mostrando un foglio di carta con la scritta “Solidarietà per i lavoratori del Teatro lirico, programmi seri, grazie”.
Protagonista uno spettatore solitario. «Non rappresento nessuno se non me stesso, cioè un appassionato di musica che chiede che sia valorizzato un patrimonio importante che appartiene a tutti», ha spiegato Roberto Mudu, commercialista. Alle 20.30 ha ripiegato in quattro il cartello ed è entrato a godersi lo spettacolo.
All'esterno dello stabile di via Sant'Alenixedda, intanto, continua la distribuzione di volantini da parte dei lavoratori in lotta. Oggi una delegazione dei dipendenti del teatro incontrerà il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, atteso in città per un convegno.

02/12/2010

Stasera
Il dissenso del coro Vestiti di nero, canteranno nel foyer


Martedì la protesta sul tetto del teatro, oggi quella del coro, l'ennesima. In occasione della replica (turno “F”) de “Lo Schiaccianoci” di Pëtr Il'ic Cajkovskij, i coristi hanno deciso di manifestare in modo originale. Alle 20, prima dell'inizio dello spettacolo (previsto per le 20,30), canteranno due brani della messa in re maggiore di Dvorjak. L'esibizione è prevista nel foyer. Non avranno i costumi di scena ma saranno vestiti di nero, in segno di lutto per la situazione in cui si trovano. «Protestiamo perché in mancanza di programmi non ci stiamo più esibendo», protesta Cristiano Barrovecchio. «Dovevamo cantare martedì in una chiesa di Pirri ma l'appuntamento è stato rinviato. Perché?»
Prosegue, intanto, l'occupazione del teatro, giunta al quinto giorno. Decine di dipendenti (e un chihuahua) dormono in materassini gonfiabili.

02/12/2010


La manifestazione
Gli occupanti salutano in pigiama gli spettatori


Il disagio dei dipendenti del teatro lirico si manifesta in molti modi: sui tetti, davanti al teatro con striscioni o volantini, nelle sale interne con esibizioni estemporanee, con l'occupazione della sala regia e della sartoria. Ma siccome si tratta di artisti, l'imprevedibilità è una componente non trascurabile. Per questo ieri un gruppo di circa 15 occupanti ha deciso di presentarsi in pigiama al pubblico che lasciava il teatro dopo aver assistito alla rappresentazione de “Lo Schiaccianoci”. Di più: si sono fatti trovare sdraiati all'ingresso. Molti spettatori hanno applaudito, altri sono passati oltre, imbarazzati.
Il dissenso prosegue anche su Facebook. Ieri nel gruppo “Salviamo il teatro lirico di Cagliari” (254 membri) alle 21,50 c'erano 580 post. Riportano commenti brevi o lunghi, discussioni, le notizie dei giornali, delle radio, i filmati dei servizi trasmessi dalle tv.

02/12/2010