Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lirico: saltano 300 buste paga

Fonte: La Nuova Sardegna
29 novembre 2010



Casse vuote, niente stipendi e tredicesima fino a metà gennaio



Pronti sei milioni sulla finanziaria ma senza garanzie le banche rifiutano di anticipare i soldi

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Mentre una cinquantina di dipendenti occupa il teatro arriva la conferma: niente stipendio di novembre per i trecento dipendenti del teatro lirico. Salteranno anche la busta-paga di dicembre e la tredicesima. Si riparlerà di retribuzioni solo dopo il 15 gennaio.
L’informazione è di fonte ufficiale, non c’è via d’uscita: la Regione ha destinato al teatro cagliaritano sei milioni di euro, prevedendoli nella finanziaria. Ma per ragioni tecniche legate alla firma del decreto che renderà esecutive le uscite indicate nel doccumento solo a partire da metà gennaio i soldi potranno essere sbloccati. Il consiglio di amministrazione del teatro ha chiesto a tre istituti di credito di anticipare almeno la somma indispensabile per pagare i dipendenti, ma la risposta è stata negativa: in mancanza di un atto dell’amministrazione regionale che dia garanzie sulla copertura e sulla data in cui il debito verrà estinto le direzioni delle banche non possono dare il via libera. Una comunicazione che la dice lunga sulla fiducia che circonda ormai la Fondazione, avviluppata in una ragnatela di problemi non solo economici dai quali è sempre più difficile venire fuori. La comunicazione - che segue informazioni frammentarie uscite nelle ultime ore - mette fine alle speranze del personale: ora è lecito parlare di crisi finanziaria, una crisi certamente ereditata dalla gestione Meli e dai tagli pesantissimi inflitti dal ministero dei beni culturali al fondo unico per lo spettacolo, risorsa essenziale per la sopravvivenza dei teatri lirici. Crisi che in questi giorni esplode in tutta la sua drammaticità: i conti del teatro sono saltati, in cassa non c’è un soldo e a questo punto qualsiasi riferimento alla qualità delle produzioni artistiche e ai programmi per gli anni a venire passa in secondo piano. Con il sovrintendente Maurizio Pietrantonio e il direttore amministrativi Vincenzo Caldo ormai ridotti al rango di comparse, tutta l’attenzione è rivolta al tentativo di salvataggio che il sindaco-presidente Emilio Floris ha affidato a Oscar Serci, il direttore generale del Cacip chiamato nel cda come rappresentante del ministero. Serci è già impegnato nell’esame analitico dei conti e ha già manifestato nel corso dell’ultima seduta del consiglio di amministrazione il proprio stupore («ma che c... avete fatto?») per lo stato finanziario della Fondazione e per l’assenza di provvedimenti utili a tamponare la situazione, minata da un debito patrimoniale pregresso di diciotto milioni e fortemente aggravata dal progressivo disimpegno del governo. Soprattutto negli ultimi mesi i sindacati hanno lanciato pesantissime critiche sulla gestione dei conti, si è parlato e si continua a parlare di sperperi e di contratti clientelari, mentre il recente furto da un magazzino della Fondazione di attrezzature comunali per un valore stimato di circa un milione e 200 mila euro ha aperto nuovi e preoccupanti scenari sul futuro del teatro lirico.
Intanto s’inasprisce lo scontro sindacale: da ieri sera alle 20 una cinquantina di dipendenti del teatro sono riuniti in assemblea permanente nei locali di via Sant’Alenixedda. Chiedono un intervento del sindaco Floris, che dovrebbe incontrare le organizzazioni - Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Snater e Css - non prima di domani.