Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Alloggi-albergo, scoppia la protesta «Dateci una casa»

Fonte: L'Unione Sarda
29 novembre 2010

via tiepolo Inquilini sul piede di guerra

La chiamano casa-albergo, ma non ha il calore dell'una né la comodità dell'altro. Anzi: in quell'alveare di via Tiepolo, dove abitano trentasei famiglie, ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza, e l'unica speranza, al momento destinata a restare tale, è di vedersi assegnare una casa comunale. Nella struttura, aperta nel 2001 e gestita dall'assessorato alle Politiche Sociali, in teoria si dovrebbe restare solo per qualche mese, ma c'è chi ci vive ormai da sette anni.
I PROBLEMI Una stanza con bagno: la vita di queste famiglie è racchiusa in venti-trenta metri quadri. Le cucine sono in comune, con una piastra elettrica quasi sempre fuori uso, e i piatti si lavano in bagno. Il riscaldamento spesso è rotto: Massimo Di Gesù si lamenta per il freddo; da due anni ha i vetri della finestra rotti e aggiustati con lo scotch. Elisabetta Belfiori vive con il marito invalido al cento per cento, che con le stampelle ha difficoltà ad entrare nella doccia. Anche la sicurezza lascia a desiderare: «Gli estintori non hanno superato i regolari controlli, e i portelloni antipanico, una volta chiusi, rimangono bloccati», racconta Stefano Farris. «E ci sono già stati due incendi».
REGOLE RIGIDE Quello che pesa di più sono le regole imposte dai custodi: «Ci vuole un permesso per tutto, ci sentiamo in galera», si lamenta Rita Marcialis.
Non si può scendere nelle cantine (infestate da topi e blatte), né far giocare i bambini all'esterno della struttura. Niente visite dopo le dieci di sera, e dopo quell'ora bisogna avere un certificato medico per prendere una boccata d'aria nel cortile: è il caso di Antonio Puddu, che ne ha bisogno perché soffre d'asma.
L'ASSESSORE Tutti gli abitanti della casa-albergo sono in attesa di un alloggio di edilizia residenziale pubblica: l'ultima graduatoria, relativa al bando numero 5 del 2009, è stata approvata mercoledì scorso. «Ma al momento non ci sono case nuove da assegnare», ha chiarito l'assessore comunale al Patrimonio Patrizio Mulas. «Ci stiamo avvalendo di quelle che chiamiamo case di risulta, appartamenti già impegnati da altri inquilini che si liberano per diversi motivi: sgombero di abusivi, oppure perché l'inquilino rende l'alloggio al Comune o ad Area. Nell'anno in corso», ha aggiunto l'assessore, «sono state già assegnate 16 case di risulta e 11 alloggi privi di standard abitativi, le cosiddette case parcheggio». Come dire: non perdete le speranze.
FRANCESCO FUGGETTA

29/11/2010