Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'ira degli studenti: vogliamo un futuro

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2010

Nell'Isola sit-in e cortei con le bandiere dei pastori: siamo con voi

La Giornata mondiale per il diritto allo studio unisce idealmente tutti gli studenti della Sardegna, da Cagliari a Sassari, passando per Oristano e Nuoro. È l'occasione per gridare, ancora una volta, il «no alla riforma Gelmini e ai tagli del Governo all'istruzione pubblica», in un'unica protesta che attraversa l'Italia, contemporaneamente in cento piazze diverse, proprio nel giorno in cui si commemora l'eccidio degli studenti cecoslovacchi, firmato nel '39 dai nazisti. Un mercoledì 17 che per la Flc-Cgil è diventato, a Cagliari, un giorno di sciopero ma soprattutto l'ennesimo segnale che la ribellione della scuola pubblica non si ferma. E agli studenti delle superiori, ieri si sono uniti anche universitari e ricercatori, minacciati dallo stesso destino.
NEL CAPOLUOGO A Cagliari non ci sono migliaia di studenti come a Roma o Milano ma quelli presenti (300, forse 400) fanno arrivare la loro voce dentro i palazzi di governo, prima sotto il Consiglio regionale poi davanti al Municipio. Un corteo colorito anche dalle bandiere azzurre del Movimento dei pastori sardi (presenti anche a Nuoro e Sassari), uno dei simboli della crisi che attraversa l'Isola. «I pastori sono con noi», gridano gli studenti mentre il serpentone muove i primi passi da piazza Garibaldi, dirigendosi in via Roma e da lì in piazza del Carmine, meta finale della manifestazione. «Siamo contenti di essere qui in piazza con loro - gli fa eco un rappresentante del Mps - perché la crisi dell'istruzione si ripercuote anche sul mondo del lavoro e sulle future generazioni». In mezzo al corteo anche qualche docente, che non dice il nome, «perché dopo più di 20 anni insegno in due scuole e rischio di perdere il mio lavoro». E non è vero che gli studenti non sono bene informati: «Hanno tagliato tutto, non se ne può più».
LA DENUNCIA Tagli alla scuola pubblica «per salvare le private», aggiunge una ragazza universitaria mentre distribuisce un volantino in piazza Del Carmine. «In un Ateneo che conta circa 37 mila iscritti, i nostri amministratori con 20 milioni di euro finanziano il college Sant'Efisio, una struttura ecclesiastica a partecipazione privata, dove ci sono 4 iscritti, piuttosto che finanziare la disastrata Università pubblica, dove le case dello studente stanno cadendo a pezzi, i servizi sono scadenti e si contano solo mille posti letto, in una città dove è grave il problema degli affitti in nero».
RETE 29APRILE I ricercatori cagliaritani fanno sapere che «aderiscono allo sciopero per ribadire tutta la contrarietà del mondo universitario alla riforma Gelmini, che mette in grave pericolo non solo la qualità ma la stessa esistenza dell'università pubblica statale». Ieri, durante un'assemblea in Rettorato, hanno rilanciato le loro rivendicazioni, «veri investimenti e non promesse di finanziamenti che sono ben inferiori ai tagli previsti per il 2011 che porteranno al dissesto finanziario delle università pubbliche», il ripristino delle borse di studio ridotte di ben 200 milioni, l'abolizione dei tagli al fondo universitario e del blocco del turn over. «Naturalmente, non ultimo, il ritiro del disegno di legge Gelmini - aggiunge Valentina Onnis, referente della rete 29 Aprile - noi ricercatori andremo avanti nelle nostre azioni di protesta, attenendoci strettamente ai compiti previsti dalla legge e quindi non tenendo lezioni, fino a che il ddl non sarà modificato. Chiediamo al Rettore di dissociarsi pubblicamente dalle posizioni della Crui la quale spinge per l'approvazione della riforma e che ha recentemente chiesto un cospicuo finanziamento degli atenei privati. E ancora di manifestare il forte dissenso presente nell'ateneo che rappresenta, modificando il sito internet www.unica.it in maniera idonea a spiegare le ragioni del malcontento e della protesta in atto».
DALLA SARDEGNA La cronaca delle proteste nell'Isola arriva dall'Unione degli studenti sarda: «Questo 17 novembre non è stato come l'8 ottobre scorso, ma ci siamo fatti sentire lo stesso ovunque: a Oristano sit-in in piazza Eleonora, a Olbia corteo da piazza Crispi: qui la pioggia non ha fermato gli studenti che si sono recati al Comune e alla Provincia per chiedere risposte sulle condizioni precarie dell'edilizia scolastica e più in generale sul diritto allo studio».
CARLA RAGGIO

18/11/2010