Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, riapre il cantiere del parco archeologico

Fonte: La Nuova Sardegna
17 novembre 2010



Lo ha deciso ieri la commissione regionale. Pili: «Ora mi aspetto che si sblocchi la strada»



CAGLIARI. Il cantiere per il parco archeologico di Tuvixeddu riprende i lavori. E’ stato deciso ieri sera dal comitato insediato alla Regione dove, presenti tutti i tecnici coinvolti dall’accordo di programma del 2003, si è deciso che il parco deve essere allestito e il cantiere, dopo tre anni di chiusura, riaperto. Il parco è l’elemento pregiato dell’accordo di programma finanziato nel 2003 dalla giunta regionale (Mauro Pili presidente), dove c’erano anche la strada bloccata dal nuovo vincolo (8 luglio scorso) della soprintendenza ai beni monumentali e l’insediamento edilizio del gruppo Coimpresa. Indirettamente è una risposta anche per Mauro Pili, oggi deputato PdL, che nei giorni scorsi ha tenuto una conferenza stampa per illustrare il contenuto dell’interrogazione presentata al ministro per i Beni culturali cui ne è seguita una seconda su un documento rintracciato fra le carte depositate in Regione che avvalorerebbe la sua tesi secondo la quale la strada attraverso il canyon, cominciata e lasciata a un quinto del suo percorso, non rovina nessun insediamento di archeologia industriale perché passa attraverso una cava, cioè «una devastazione del territorio». Il commento di Pili alla notizia della riapertura del cantiere è positivo: era l’altra richiesta contenuta nell’interrogazione rivolta al ministro. «Sono soddisfatto - ha dichiarato - adesso mi aspetto un’indicazione positiva anche per la strada di collegamento est-ovest della città e per la riqualificazione del quartiere». Intanto Legambiente risponde a Pili a proposito del cambio di posizione sulla cava di Tuvixeddu dal 1998 a oggi: non c’è mai stato cambio di posizione, Pili avrebbe stralciato frasi che, fuori contesto, hanno assunto un significato diverso: «L’on. Pili ha però dimenticato di citare proprio le significative conclusioni della medesima relazione geologica dove Canyon e catino sono definiti “imponenti forme create dall’attività estrattiva”, che nel recupero e nella messa in sicurezza “non devono essere cancellate” perché “rappresentano ormai i nuovi lineamenti del colle e sono elementi caratteristici e peculiari del paesaggio”, e soprattutto “sono una rara testimonianza storica e archeologica dell’evoluzione dall’attività estrattiva da 2000 anni fa ad oggi”.