Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baretti, la guerra delle concessioni

Fonte: La Nuova Sardegna
17 novembre 2010



I gestori seguiranno le regole regionali: «Proroga automatica per 5 anni»



LA VERTENZA Una sentenza del Tar dà ragione all’amministrazione ma su conferenza di servizi e Pul è sceso il silenzio

ANTONELLO DEIDDA

CAGLIARI. Poetto, Comune se ci sei batti un colpo. La conferenza di servizi che avrebbe dovuto dare un volto decente al Poetto non ha più una data, mentre il Pul, il piano di utilizzo del litorale che dovrebbe ridisegnare la città estiva è lontano anni luce.
Così i gestori dei baretti hanno deciso di seguire la linea dura per far valere le loro ragioni. D’altra parte la data del 31 dicembre si avvicina a grandi passi e allora scadranno le concessioni per 21 chioschi su 23. Per far valare le loro ragioni si è deciso di seguire il cosiddetto «piano B» per cercare di risolvere la situazione. Per prima cosa non terranno conto della recente sentenza del Tar e seguiranno al contrario le indicazioni regionali, che rinnovano automaticamente le concessioni in spiaggia per 5 anni. Un periodo sufficentemente lungo per poter programmare qualcosa e non andare in perdita. Secondo, questa settimana incontreranno il nuovo assessore regionale agli Enti Locali Rassu per trovare una soluzione per quella che dovrà essere la tipologia prossima ventura dei baretti.
Ma ormai è chiaro che si cercherà di bypassare l’amministrazione di via Roma, capace di opporre finora la tattica (?) del silenzio a quella del dialogo. Una riprova sono i continui rinvii, che non hanno fatto che rendere più precario il futuro di una attività economica che invece ha dimostrato di essere lo scorso fine settimana (sole e 24 gradi di temperatura in pieno autunno!) un irresistibile polo di attrazione cittadino, con la quasi impossibilità di trovare un un parcheggio libero vicino alla spoaggia e il tutto esaurito nei locali che hanno deciso di prolungare l’apertura. «Tutto dopo l’estate», era stata la parola d’ordine del Comune quando si è iniziato a parlare dell’abbattimento e della successiva ricostruzione dei baretti secondo uniformità di stile, materiali e tipologia. È passato settembre, è passato ottobre, siamo arrivati a metà movembre ma di conferenza di servizi non si più sentito parlare. E nel frattempo una sentenza dei giudici amministativi ha bocciato la proroga automatica delle concessioni a cinque anni come richiesto dalla totalità dei gestori. Una decisione che provocato nervosismo nella categoria, che rischia di perdere tutto o comunque di non avere certezze sugli investimenti dei prossimi anni. L’avvertimento era arrivato da Alberto Bertolotti, presidente del Sib, il sindacato balneare italiano: «Si rischia il tracollo, è una iattura che speriamo il Comune non voglia mettere in atto». Invece dopo una decina di giorni nessuna buona nuova è arrivata da via Roma, con un silenzio che non fa presagire nulla di buono.
Ecco allora il famoso piano B di cui si parlava all’inizio, «Non esiste solo una legge nazionale che ci dà ragione, quella contenuta nel milleproroghe dell’anno passato e che sicuramente sarà riproposta nella prossima finanziaria - ha aggiunto Alberto Bertolotti del sib - C’è anche una legge regionale che in pratica salva la concessioni per un periodo di 5 anni. A quella ci atterremo». Tutti insieme per fare valer i propri diritti ma anche per riaffermare la necessità degli imprenditori dei baretti di avere certezze: «Siamo consci della necessità che al Poetto bisognerà mettere mano al più presto ad una serie di problem. Rispettare i metri quadri della concessione, buttare giù e poi ricostruire: si tratta di 100-150 mila euro. Credere che qualcuno ha intenzione di spenderli sapendo di poter restere al Poetto un anno, è una follia». I colloqui alla Regione sono già iniziati, quelli con l’assessorato agli Enti locali saranno avviati questa settimana ma con il Comune di annuncia un braccio di ferro che non giova a nessuno. «Chiederò un incontro immediato con il sindaco Floris e sono certo che mi risponderà», ha aggiunto Bertolotti. Pare che la norma sia dalla loro parte: sul demanio le decisioni dell’amministrazione regionale sono prevalenti su quelle comunali? Ma già si annuncia una battaglia a colpi di carte bollate. A chi giova?