Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bancarelle di ricci, la tregua è finita

Fonte: L'Unione Sarda
17 novembre 2010

preoccupazione degli ambulanti: senza questo lavoro che cosa potremmo fare?
Entro pochi giorni scatteranno i controlli congiunti vigili-Asl
«Perché non avere chioschi simili alle edicole dei giornali». L'idea piace all'assessore Carta.
Ancora qualche giorno di tregua, una settimana al massimo. Per i venditori di ricci il guanto di velluto sta per trasformarsi in un pugno di ferro perché le pattuglie miste vigili urbani-ispettori della Asl stanno per essere varate. Il periodo di transizione durerà meno di un mese visto che la stagione nella quale possono essere raccolti i ricci è iniziata il 1° novembre.
IL RITARDO Secondo la normativa, i ricci, prima di essere venduti, devono essere confezionati ed etichettati in un “centro di spedizione di molluschi bivalvi”. Una cosa che non accade visto che, spesso, sono gli stessi pescatori che vendono in strada i prodotti appena pescati. Le leggi, però, non lasciano margini di manovra. Ma, fortunatamente per loro, gli ambulanti non hanno ancora avuto alcun controllo. «Perché», spiega il comandante dei vigili urbani Mario Delogu, «prima di mandare in giro le pattuglie, abbiamo atteso l'adempimento di una serie di formalità». In particolare, c'erano da assegnare eventuali box disponibili nei mercati civici.
I BOX C'erano, in particolare, due box nel mercato di via Quirra. Ma nessuno ne ha fatto richiesta. Una situazione simile a quella che si è presentata lo scorso anno. «Anche allora», racconta l'assessore alle Attività produttive Paolo Carta, «due box erano stati assegnati ma non sono stati occupati». Perché i ricciai preferiscono vendere per strada. «Nel frattempo», prosegue Carta, «ci sono state 3, 4 richieste per l'assegnazione del suolo pubblico».
GLI AMBULANTI E i ricciai hanno continuato a lavorare. Anche ieri, nonostante il tempo incerto, bancarelle in tutta la città: da San Michele a Is Mirrionis, passando per il Poetto e per viale Calamosca. Ambulanti che non hanno intenzione di arrendersi. «A vent'anni con un figlio di quasi tre», racconta un ambulante in via Emilia, «devo portare a casa la pagnotta. Se avessi un altro lavoro, accetterei. Ma, in mancanza, che cosa devo fare?». Una storia uguale a quella di tanti altri. Ed è proprio questa un'altra delle ragioni che hanno frenato i blitz: tanti ambulanti sono persone che fanno questo lavoro perché non hanno alternative.
LA PROPOSTA E che credono in quello che fanno. In via Is Mirrionis c'è un altro ambulante; anche lui resta anonimo. «Tutti i giorni mi alzo alle due, vado a Oristano, pesco e vengo qui. Non saprei cosa altro fare per mantenere la mia famiglia. E poi perché accanirsi? È una vita che i ricci vengono venduti così e nessuno ha mai avuto problemi». Su un punto non si tratta: non si va nei mercati. Gigi Mallei, il “re del mare” da 10 anni in via Is Mirrionis, lancia anche una proposta. «Pagando il suolo pubblico, ci consentano di avere edicole simili a quelle dei giornali».
IL FUTURO L'idea, a sorpresa, non dispiace neanche a Paolo Carta. «Una delle domande», svela, «riguarda l'installazione di un gazebo. Edicole simili a quelle dei giornali? Perché no? La vendita dei ricci può rappresentare un valore aggiunto per questa città». Ma in Comune l'idea è, soprattutto, un'altra: un'area, al Poetto, da destinare ai ricciai. «Dovrà essere prevista dal Pul». Se ne parlerà in futuro.
LA ASL Ma gli ambulanti pensano all'oggi. E su loro incombe la missiva spedita, il 2 novembre, dal servizio veterinario del dipartimento di prevenzione dell'Asl. Si dice che “questo servizio nel cui territorio si svolge la maggior parte della commercializzazione e quindi del consumo di ricci, ha provvisoriamente validato le procedure, riportate nei manuali di autocontrollo, proposte dagli operatori del settore”. Viene anche chiesta ai comandanti delle polizie municipali “la disponibilità a intraprendere azioni congiunte di contrasto alla vendita da parte di ambulanti non autorizzati”. I blitz stanno per scattare. «E quando cominceranno, vedremo il da farsi», conclude un ambulante.
MARCELLO COCCO

17/11/2010