Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tagli ai fondi, centri culturali a rischio

Fonte: L'Unione Sarda
15 novembre 2010

Ieri manifestazione contro la riduzione dell'80% dei finanziamenti per mostre ed eventi
Lo Stato sforbicia 5 milioni. Pellegrini: momento drammatico
Rischio di chiusura per i centri culturali del Consorzio Camù, a causa dei tagli della manovra finanziaria. Mobilitazione in tutta Italia.
Rischio di chiusura per i centri culturali del Consorzio Camù, a causa dei tagli della manovra finanziaria che sta generando una forte mobilitazione in tutta Italia. La riduzione dell'80 per cento della spesa per mostre ed eventi culturali mette seriamente in pericolo anche l'offerta culturale cittadina, che avrà cinque milioni in meno. Per questo motivo Camù, in accordo con il Comune, ha aderito allo sciopero nazionale di ieri indetto da Federculture e Anci con la partecipazione del Fai, il Fondo Ambiente Italia, e una moltitudine di altri organismi. Tutti uniti sotto lo slogan “Porte chiuse, luci accese sulla cultura” al fine di sensibilizzare sugli effetti che la manovra finanziaria provocherà nel settore della cultura.
LA PROTESTA Per l'adesione alla mobilitazione sono stati quindi chiusi al pubblico il castello di San Michele, il Ghetto, le torri dell'Elefante e di San Pancrazio, il Sottopiano del Municipio “Search” e la cripta di Santa Restituta, tutti gestiti dal consorzio. Ma non l'Exmà. «Non intendevamo penalizzare lo svolgimento del FestivalScienza e, tramite il nostro volantinaggio, abbiamo colto l'occasione di informare i cittadini e le scuole sul significato della protesta», afferma Francesca Spissu, vicepresidente di Camù.
IL CONSORZIO Sono quattro i componenti del consorzio, nato nel gennaio del 2004: la cooperativa sociale Il ghetto e le società ItinerArte, Penty Service e Sirai. Gestiscono i vari centri (oltre L'Arca del Tempo a Settimo San Pietro) con un budget annuale di circa un milione di euro. La maggior parte, l'80 per cento, deriva dai finanziamenti alla cultura che lo Stato versa a Regione e Comune. Il Consorzio concorre però con un 20 per cento, grazie alle entrate da biglietteria, visite guidate, laboratori didattici, bar, bookshoop e noleggi di sale. I dati dell'affluenza negli spazi cittadini gestiti da Camù sembrano significativi anche per il 2010, tenendo conto dei mesi di chiusura dell'Exmà per manutenzione.
LE PRESENZE Nel periodo da gennaio a ottobre, si registrano infatti 48.293 presenze (17.393 solo all'Exmà), cifra che include gli ingressi alle mostre con biglietto e anche quelli a titolo gratuito nelle manifestazioni svolte presso i centri. Palpabile la preoccupazione degli operatori culturali del Consorzio, quasi quaranta lavoratori.
«ATTACCO AL SISTEMA» Il presidente di Camù, Fabrizio Frongia, denuncia una situazione seria e di portata generale: «Un attacco così forte alle fondamenta mina l'intero sistema della gestione della cultura. In Sardegna riguarda circa 800 operatori direttamente impiegati nel settore presso 150 realtà che gestiscono spazi culturali lungo tutto il territorio». Naturalmente, se si calcolasse l'indotto i numeri dell'industria culturale sarda lieviterebbero.
IL COMUNE «La situazione è drammatica e non ho mancato di rimarcarlo in tutte le occasioni», afferma Giorgio Pellegrini, assessore alla Cultura del Comune. «Siamo tutti in attesa di una correzione del tiro perché per noi il taglio è complessivamente di cinque milioni di euro». In questi quasi sette anni cosa ha garantito il Consorzio Camù al capoluogo? «Una qualità e una quotidianità del servizio. La città è ora in grado di rispondere alla domanda di cultura di chi paga le tasse e di chi arriva sull'Isola e visita il capoluogo». Pellegrini pensa inoltre all'itinerario di sviluppo turistico: «Se, come sembra, Cagliari si sta muovendo in una direzione sempre più evidente di città turistica, dentro la sua offerta la parte della cultura ha un rilievo enorme».
MANUELA VACCA

13/11/2010