Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, ora il confronto con i sindacati

Fonte: L'Unione Sarda
11 novembre 2010

Teatro. Il mandato di Emilio Floris al consiglio di amministrazione per uscire dalla crisi
Il cda indica la linea a Pietrantonio: subito il piano industriale
Pietrantonio dovrà muoversi nei binari precisi tracciati dal consiglio di amministrazione.
Un mandato condizionato. Alla sua terza conferma a sovrintendente del teatro lirico, Maurizio Pietrantonio non ha avuto, come nelle altre due circostanze, carta bianca. Ma dovrà muoversi entro i binari precisi che il consiglio di amministrazione ha tracciato. «Il percorso è delineato», ha ribadito anche ieri Emilio Floris. Non è un caso che martedì gran parte della seduta di insediamento del consiglio di amministrazione sia stata dedicata all'analisi delle criticità, compreso il conflitto con il personale, ed a chiarire le strategie.
LE CONDIZIONI DI FLORIS Il sindaco, presidente della Fondazione, ha posto subito alcune condizioni: il consiglio di amministrazione dovrà avere un ruolo vero di guida e di controllo dell'operato del soprintendente. Tanto che ciascun componente avrà un compito preciso. Operativo, non di rappresentanza. Oscar Serci, manager pubblico di lunga esperienza, dovrà seguire gli aspetti amministrativi, economici e finanziari, Gualtiero Cualbu, Felicetto Contu e Maurizio Porcelli dovranno tracciare un percorso di sviluppo del parco della musica anche alla luce dei sei milioni per il triennio 2011-2013 deliberati dalla Giunta regionale alcuni mesi fa. Soldi che serviranno, come stabilito dalla Regione, a favorire l'insediamento di imprese nel parco e, ha aggiunto il sindaco, a far lavorare parte dei 63 precari. Non solo: Floris ha chiesto in tempi rapidi un piano industriale che si intersechi con il piano triennale ed ha chiesto di incontrare martedì i lavoratori, alla presenza dei leader regionali e nazionali, anche per gettare le basi per uno dei passaggi decisivi dei prossimi mesi: la trattativa sulla produttività del personale.
Senza pax sociale niente discussione sulla produttività. E senza accordo sulla produttività è impossibile programmare le prossime stagioni concertistiche e sinfoniche sulle quali Cagliari è già in ritardo.
TAGLIO DEI FONDI La certezza che nei prossimi anni ci saranno altri tagli ai finanziamenti pubblici - oggi il Lirico incassa 24 milioni - rende obbligatorie la strade della ristrutturazione del debito, del taglio dei costi e delle sinergie. Per questo Pietrantonio ha parlato, ieri, di accordi con il teatro Verdi di Sassari. Non sarà l'unico. «Gli scenografi e i sarti del Lirico potranno lavorare anche per altri teatri, il Massimo, ad esempio», ha detto ieri il sindaco, spiegando come nei prossimi anni sarà sfruttato il parco della musica. «Ci saranno concerti all'aperto, i turisti potranno osservare gli artigiani del teatro mentre costruiscono scene o realizzano gli abiti di scena nei loro laboratori, ci saranno ristoranti, bar, sfrutteremo l'altro piccolo teatro e l'anfiteatro. Da ora in poi», ha aggiunto il sindaco, «il parco e il teatro viaggeranno insieme».
I SINDACATI Cgil, Cisl, Snater e Css martedì hanno attaccato il cda, non escludendo la possibile impugnazione della delibera di nomina del soprintendente, che, essendo stato nominato nella seduta di insediamento, avrebbe violato un articolo dello statuto. Hanno inoltre annunciato che «la mobilitazione dei lavoratori proseguirà pertanto con immutata determinazione perché è in gioco la sopravvivenza del teatro, della cultura ed il destino di tanti posti di lavoro».
La Uil, che ieri non ha partecipato allo sciopero, resta in attesa. «Abbiamo contestato la vecchia gestione che ha dimostrato di non essere in grado di gestire il teatro in questa situazione di crisi», spiega Tonino Ortega, «ma abbiamo detto, soprattutto, che occorre un cambio di rotta a 360 gradi e che dialogheremo con qualunque soprintendente che garantisca questa svolta. Così faremo e, posso garantire, non faremo sconti a nessuno». Ignota la posizione del Libersind, il potente sindacato degli orchestrali che non ha mai condiviso la protesta.
FABIO MANCA

11/11/2010