Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La galleria comunale: meglio del museo egizio

Fonte: La Nuova Sardegna
10 novembre 2010

Icom (International council of museums) inserisce la struttura dei giardini pubblici fra i centri con la migliore gestione in tutta Italia



Giuria colpita dall’attenzione verso i diversi tipi di pubblico e dalla varietà di proposte di livello




CAGLIARI. Hanno cercato l’attenzione e il gusto di ogni persona che compone un pubblico, abbinando concerti e conversazioni, degustazioni e giocoleria, ma in ogni sala della Galleria comunale c’era sempre il foglio con la descrizione delle opere in italiano e in inglese, la carta dei servizi in sei lingue pronta all’ingresso, i bagni in perfette condizioni e l’organigramma «tracciabile» in ogni minuto di qualunque manifestazione. Risultato: tra gli altri è stato «battuto» il Museo egizio di Torino.
La competizione davvero difficile in cui si è cimentata la Galleria comunale d’arte di Cagliari diretta da Anna Maria Montaldo è quella inaugurata quest’anno dall’Icom Italia (Intermational Council of Museums) con tre categorie: «miglior gestione», «miglior museo glocal», «attrattività e innovazione nel rapporto con il pubblico». Cagliari è nella terna dei musei italiani con la «miglior gestione» ed l’unico museo in nomination a sud di Roma. La relazione presentata dalla Galleria di Cagliari era di 20 pagine, l’Icom ha considerato il lavoro degli ultimi quattro anni. Fa un certo effetto pensare che una struttura attiva in Sardegna brilli a livello nazionale proprio per la gestione: vuol dire che efficienza, efficacia e conti a posto possono essere una cornice anche per la qualità prodotta in Sardegna. Dunque, cos’è piaciuto alla giuria dell’Icom presieduta (si spiega nel lancio dell’agenzia Italia) da Alessandra Mottola Molfino (museologa, presidente Nazionale di Italia Nostra) e composta dai rappresentati delle associazioni museali italiane, da studiosi e docenti universitari di museologia e dai direttori di due dei principali media specialistici italiani? «Hanno preso in considerazione la gestione attenta a un pubblico composito - risponde la direttrice Montaldo -, un’offerta di mediatori culturali capaci di raggiungere persone diverse, dai bambini agli anziani, sempre con qualità molto alta e con una modalità variegata». Non solo mostre: concerti, laboratori, incontri, giochi, letture, conferenze «che sono riusciti a coinvolgere non solo quantità di pubblico ma anche i livelli diversi di cui è composto. Noi conosciamo il nostro pubblico: non lo consideriamo una massa indistinta, ma una folla di individui diversi per gusto e per livello culturale. Un museo - continua Montaldo - non si deve ridurre a contare i visitatori, ma deve avere l’occhio attento. Noi remiamo anche a favore di una promozione turistica della città: così abbiamo cambiato gli orari d’estate e avviato attività notturne». Un aspetto importante: i soldi. «Tutto questo è stato fatto senza sprechi. Con certi budget - sottolinea la direttrice - è facile aprire mostre di richiamo». (a.s.)