Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il ritorno dei percorsi meccanizzati

Fonte: L'Unione Sarda
8 novembre 2010

Il Comune lavora a un progetto-stralcio. I finanziamenti, che credevano di aver perso, non sono mai stati revocati
Via le scale mobili, solo parcheggi e ascensori (nascosti)
Il 14 ottobre la Giunta comunale ha deliberato di dare mandato all'ufficio tecnico di rivedere il progetto originario escludendo, per il momento, la realizzazione di scale mobili e tapis roulant.
Il progetto sembrava morto e sepolto. Invece, riveduto e corretto, il controverso “Sistema coordinato di parcheggi di scambio e trasporto meccanizzato nel centro storico” torna d'attualità. Almeno in parte.
Il 14 ottobre scorso la Giunta comunale ha deliberato di dare mandato all'ufficio tecnico affinché provveda, «per il collegamento tra il parcheggio di scambio di via Cammino Nuovo e Castello, a rivedere il progetto originario escludendo, per il momento, la realizzazione di scale mobili e tapis roulant» al posto dei quali sono previsti solo ascensori da realizzare in una zona delle mura non soggetta ai vincoli del Piano di assetto idrogeologico.
SÌ AL PARCHEGGIO No, dunque, ai mostri d'acciaio (peraltro bocciati dalla Soprintendenza ai beni paesaggistici) che avrebbero percorso le mura del centro storico, sì a due, forse tre ascensori che corrano all'interno delle fortificazioni di Castello e, soprattutto, sì al parcheggio di scambio. «Non abbiamo mai abbandonato un progetto che, lo ricordo, era stato approvato all'unanimità dal Consiglio comunale nella scorsa consiliatura prima che l'opposizione di piazza lo affossasse», spiega l'assessore all'urbanistica Gianni Campus.
IL NODO DEI FINANZIAMENTI Il problema, semmai, è che non c'è la certezza che i 15 milioni di euro del Piano integrato d'area “Ca 17” ottenuti dal Comune e definanziati alla fine del 2007 perché non impegnati, siano ancora disponibili. In teoria i soldi dovrebbero essere stati dirottati altrove. «Ma non c'è stato nessun provvedimento di revoca e, nel frattempo, è entrata in vigore una norma che stabilisce che i finanziamenti sono prorogati se le procedure si bloccano a causa di richieste di pareri relativi a leggi specifiche regionali», spiega il capo area Pianificazione del territorio Paolo Zoccheddu.
RITARDI E NUOVE REGOLE Insomma, quando l'arbitro fischia il gioco si ferma. E siccome quel progetto era stato a lungo congelato perché il Servizio regionale sostenibilità ambientale e valutazione impatti il 13 novembre del 2007 - a un mese e mezzo dal termine ultimo per l'impegno dei fondi e 17 mesi dopo averlo ricevuto (anziché i previsti 90 giorni) - aveva imposto la valutazione di impatto ambientale, che il Comune non aveva, ci sarebbero le condizioni per riprendersi i soldi. Quasi tutti. Perché una parte, 1,6 milioni, è stata utilizzata per consolidare le mura di via Santa Margherita e quelle sotto il Ghetto degli ebrei nelle quali i percorsi meccanizzati si sarebbero dovuti inerpicare verso Castello.
IL PARCHEGGIO Da quando, tre anni fa, il Comune ha perso i fondi, né la Giunta né gli uffici tecnici hanno smesso di credere in quell'idea (ispirata dall'ex assessore all'Urbanistica Giampaolo Marchi) e a lavorarci. «Ricordo che la filosofia che l'ha ispirata era chiara: pedonalizzare Castello favorendo la mobilità verso il quartiere», ribadisce Campus.
IL VECCHIO ELABORATO Il progetto, redatto dagli uffici comunali, prevedeva un parcheggio interrato sotto via Cammino nuovo (tre piani, 330 posti auto) e una piazza-giardino pensile. Dalla quale sarebbero dovuti partire tre tapis roulant che avrebbero dovuto collegare la piazza con la base della Torre dell'Elefante lungo via Cammino nuovo, tre scale mobili coperte da un tetto di plexiglas e un tapis roulant grazie ai quali ci sarebbe stata la possibilità di salire sino alla fine di via Porcell, dove c'è la fermata dei bus, e in via dei Genovesi. Un'altra scala mobile e tre ascensori (tutti interni, due che partono dal multipiano) sarebbero saliti da via Santa Margherita a via Santa Croce. Sopra la piazza, a 54 metri d'altezza, in un “rivellino” piemontese (la base di un altro ascensore), era previsto un punto di ristoro panoramico collegato al parcheggio interrato.
CHE COSA RESTERÀ Che cosa sopravviverà di tutto questo? «Certamente il parcheggio», spiega l'assessore, «e di sicuro alcuni ascensori: uno dei quali, dopo un percorso all'interno delle mura, potrebbe sbucare nella piazzetta tra via Corte d'appello e via Stretta».
Campus sogna anche di cancellare gli ascensori sull'altro versante di Castello, quelli di viale Regina Elena («sono un obbrobrio», sentenzia) e farli passare all'interno delle mura. Ma questo è un altro discorso.
FABIO MANCA

07/11/2010

retroscena
Il primo sì nel 2001, poi gli ostacoli
 

Il progetto di “Realizzazione di un sistema coordinato di parcheggi di scambio e trasporto meccanizzato nel centro storico” è stato uno dei primi impegni della Giunta Floris. Un progetto-icona, ideato dall'ex assessore all'Urbanistica Giampaolo Marchi, che l'esecutivo approva in una delle prime sedute, nel 2001. Il Comune partecipa al bando per ottenere un finanziamento con un Por e il 18 febbraio del 2002 incassa il primo sì del Consiglio comunale. Ma i soldi non arrivano. Il Municipio tenta allora un'altra strada e richiede i fondi - 15 milioni - con il Piano integrato d'area “Sistema dei colli” che comprende, tra l'altro, 1,6 milioni per il consolidamento delle mura di Castello. E ottiene i fondi. A novembre 2004 il secondo sì del Consiglio comunale alla progettazione definitiva. Seguono delibere di adeguamento dei progetti.
Il Consiglio vota sempre compatto - destra e sinistra - e tutto sembra procedere verso la gara d'appalto. Ma quando vengono resi noti i primi rendering (simulazioni al computer del progetto) emerge forte il dissenso. Alcuni comitati spontanei di cittadini, ambientalisti, forze politiche d'opposizione, si mobilitano. Arriva anche il no politico di Renato Soru, cui segue quello dei nuovi consiglieri del centrosinistra che, sconfessando i predecessori, manifestano pubblicamente la loro avversione. Quando, a fine novembre del 2007, la Regione impone la valutazione di impatto ambientale, il progetto arriva al capolinea. Perché i fondi devono essere impegnati entro l'anno ed è evidente che non si fa in tempo. Tutti pensano a un'archiviazione. Invece quel progetto farà ancora discutere. (f.ma.)

07/11/2010

retroscena
Il primo sì nel 2001, poi gli ostacoli

Il progetto di “Realizzazione di un sistema coordinato di parcheggi di scambio e trasporto meccanizzato nel centro storico” è stato uno dei primi impegni della Giunta Floris. Un progetto-icona, ideato dall'ex assessore all'Urbanistica Giampaolo Marchi, che l'esecutivo approva in una delle prime sedute, nel 2001. Il Comune partecipa al bando per ottenere un finanziamento con un Por e il 18 febbraio del 2002 incassa il primo sì del Consiglio comunale. Ma i soldi non arrivano. Il Municipio tenta allora un'altra strada e richiede i fondi - 15 milioni - con il Piano integrato d'area “Sistema dei colli” che comprende, tra l'altro, 1,6 milioni per il consolidamento delle mura di Castello. E ottiene i fondi. A novembre 2004 il secondo sì del Consiglio comunale alla progettazione definitiva. Seguono delibere di adeguamento dei progetti.
Il Consiglio vota sempre compatto - destra e sinistra - e tutto sembra procedere verso la gara d'appalto. Ma quando vengono resi noti i primi rendering (simulazioni al computer del progetto) emerge forte il dissenso. Alcuni comitati spontanei di cittadini, ambientalisti, forze politiche d'opposizione, si mobilitano. Arriva anche il no politico di Renato Soru, cui segue quello dei nuovi consiglieri del centrosinistra che, sconfessando i predecessori, manifestano pubblicamente la loro avversione. Quando, a fine novembre del 2007, la Regione impone la valutazione di impatto ambientale, il progetto arriva al capolinea. Perché i fondi devono essere impegnati entro l'anno ed è evidente che non si fa in tempo. Tutti pensano a un'archiviazione. Invece quel progetto farà ancora discutere. (f.ma.)

07/11/2010