Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

A piedi nudi nel Lago, Cosimi smonta Cajkovskij

Fonte: La Nuova Sardegna
25 ottobre 2010



Ad «Autunno danza» la dissacrante lettura del giovane coreografo



E martedì va in scena «L’eterna girandola» di Enrico Tedde

ROBERTA SANNA

CAGLIARI. In primo piano scarpette rosa che sfuggono all’inseguimento, piedi nudi nell’acqua. E’ una sintesi video per l’entr’acte del Lago dei Cigni di Cajkovskij ora prologo di «Odette/Odile investigations» di Enzo Cosimi in scena per la XVI edizione di Autunno Danza alla Vetreria di Pirri. E che partendo dalle suggestioni del capolavoro romantico e del libretto basato su un’antica fiaba tedesca anima il simbolismo del cigno e della femminilità in una delle inquietanti stanze mentali in cui il coreografo muove ossessioni contemporanee e visioni dissacranti. Immerse nel flusso ipnotico di suoni elettronici (Alva Noto e Richard Chartier gli autori) indossano magliette didascaliche Andreana Notaro e Paola Lattanzi, cigno bianco e cigno nero.
Siegfried, così come la storia dell’amore contrastato con la regina Odette, è assente. C’è invece, a dirigere il movimento delle malleabili sinuose danzatrici, il mago Rothbart di Cosimi, viso e petto segnati da una riga bianca di divisione. Celebra il dualismo interiore tra la potenza espressa dall’Odile danzatrice sul cubo rosso e la mansuetudine di Odette, accarezzata come animale da compagnia, imprigionata da un sipario di catene che delimita il fondale.
Il lago è sintetizzato in una striscia lucente, percorso diagonale di riflessi d’acqua, per un pas a deux ormai impossibile. La coppia rimane di spalle, non smossa né dalle note sublimi di Cajkovskij, né dal vento di scena.
La danza seduttiva e sacrificale di Odette si confonde con le immagini del Nosferatu cinematografico, ma non è il morso che succhia sangue e vita il fine di Rothbart. Né il pathos, espunto insieme all’eros dalla scena. Incappucciate, condotte dapprima a farsi specchio l’una dell’altra, le fanciulle cigno, incitate dal mago, diventano un doppio in una danza d’automi, poi costrette all’abbraccio, all’unione, ad una possibile fusione degli opposti, algida ricerca sulle visioni di un bosco innevato, fino all’immagine finale del cigno, non consolatoria, stereotipo classico di una etichetta imposta al femminile che gioca da secoli sugli estremi, bianco e nero, santa o demone, per semplificarne la complessità.
La rassegna proposta da Spaziodanza prosegue martedì prossimo con «L’eterna girandola», coreografia e interpretazione di Enrico Tedde (anche guida della compagnia Blicke che ha base in Francia) Mariangela Siani e Jordi Puigdefabregas su musiche originali di Giorgio Tedde, ispirata alle novelle di Calvino e al neorealismo.