Rischia la chiusura alla vigilia dei suoi primi 40 anni. Salta il corso per nuovi operatori
Il presidente: sfrattati dal Comune, senza sede e senza soldi
La denuncia dei volontari del Centro di via Alghero dopo il contenzioso in corso col Comune: «Aiutateci a non chiudere».
Dall'altra parte della cornetta c'era sempre una persona che chiedeva aiuto, spesso sola e depressa. Non è più così: Telefono Amico non risponde più. Il suo storico numero 070-670587 ha smesso di squillare da qualche giorno, quando i volontari sono stati costretti ad abbandonare la sede storica di via Alghero 22. Quasi uno sfratto a tradimento, «una pugnalata nella schiena», dice il presidente Ignazio Porcu.
SENZA SEDE Alla vigilia dei primi quarant'anni, il Comune gli regala un ultimatum rivendicando, assieme ai canoni d'affitto mai riscossi, l'immobile di sua proprietà, con l'intenzione di metterlo in vendita, considerate le sempre più esigue risorse dello Stato per gli enti locali. «Il centro - spiega il presidente che da dieci mesi è subentrato ad Angela Maria Lostia - veniva ospitato in una sede di proprietà del Comune di Cagliari, un seminterrato abbastanza fatiscente ma definito d'un tratto dall'amministrazione “immobile appetibile”: siamo finiti al centro di un contenzioso che vede l'associazione debitrice nei confronti del Comune di un canone d'affitto, ancora da definirsi, mai pagato semplicemente perché originariamente nessun contratto di locazione fu mai stipulato tra le parti. La conseguenza sarà per noi quella di dover rinunciare a un servizio sociale reso alla cittadinanza da ormai 40 anni».
ATTIVITÀ SOSPESE Un compleanno che i venti volontari festeggeranno ad aprile 2011, molto probabilmente fuori casa. «Avevamo in mente tante iniziative in vista della ricorrenza, invece tutto è bloccato perché non abbiamo trovato una sede: continueremo a cercarla in qualunque zona della città, ma non sappiamo come potremo affrontare questa spesa se il Comune, che ci considera morosi, non ci aiuterà». Non sono previsti, infatti, finanziamenti per il Telefono Amico, nonostante l'importante ruolo sociale svolto in città: qualche soldo arriva dalle istituzioni (Banco Sardegna, Provincia) attraverso i progetti messi a punto dall'associazione. «Provvediamo anche di tasca nostra, visti i soldi che se ne vanno in bollette - spiega Porcu - stando così le cose siamo stati costretti a sospendere il corso per nuovi operatori volontari previsto proprio in questi giorni e per il quale decine di persone avevano dato da mesi la loro adesione, dovendo di conseguenza accantonare il recente progetto Internet@Amico Giovani, finanziato dalla Fondazione del Banco nel 2009».
L'APPELLO Uno scenario drammatico che metterà in crisi gli utenti: Telefono Amico era la voce confidenziale per 4 mila persone ogni anno, soprattutto giovani e tanti single, casi di depressione e solitudine, legati a problemi familiari, sentimentali e di sesso. «Ci appelliamo - dice Porcu - alla sensibilità del Comune: sappiamo che il nostro telefono continua a squillare, inutilmente. Ci basterebbero due stanze e un bagno, e poter mantenere il nostro numero storico». (c.ra.)
21/10/2010