Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Allevatori in rivolta: «Regione, fatti viva»

Fonte: L'Unione Sarda
20 ottobre 2010

La richiesta: dateci i contributi per non uccidere le nostre produzioni
Occupata una sala del Consiglio e il presidio continuerà
La giornata più lunga è finita in guerriglia. Cariche, sangue e feriti non erano neppure nell'aria alle 8 di ieri, quando alla spicciolata i cento autobus provenienti da tutta l'Isola hanno scaricato i pastori in piazzale Marco Polo, davanti alla fiera, dove era previsto il raduno.
LA MANIFESTAZIONE Alla partenza, tre ore dopo, sembrava un corteo addirittura più soft dei precedenti organizzati dal Movimento dei pastori sardi. Tanto per iniziare in piazza erano 3 mila e non i 10 mila annunciati. Tutti a chiedere le compensazioni, un accesso al credito più favorevole, il ritiro delle giacenze di pecorino e i de minimis, cioè gli aiuti per il risanamento delle aziende: «Perché non si va da nessuna parte se continuano a pagarci gli agnelli 2 euro al chilo e 14 euro per una pecora», lamenta Salvatore Carvia, allevatore di Berchidda. Non basta: «Più capi hai, più spese ti piovono in testa», accusa Salvatorangelo Sedda di Silanus. «Con 1.500 pecore, 50 vacche, altrettanti maiali oggi lavoro per pagare i debiti. Senza che nessuno, Regione in primis, faccia nulla». Il lancio di pietre, i calci contro le vetrate antisfondamento scheggiate in diversi punti agli ingressi del Palazzo, non c'entravano nulla forse neanche con la disperazione dei pastori. Culminata con l'occupazione della commissione Bilancio da parte della delegazione dei 13 pastori capitanati da Felice Floris, ricevuta dai capigruppo e dal presidente della commissione Agricoltura Mariano Contu in mattinata.
LA RIVOLTA «Basta con questa storia del turismo settore portante, basta con la storia che la chimica va salvata», dice Antonio Fenu di Oliena: «Senza la pastorizia e l'agricoltura la Sardegna muore». Ed è questo il motivo dell'occupazione, che terminerà solo quando la vicenda dei de minimis (15 mila euro per le aziende ovicaprine in crisi) non sarà inserita nel disegno di legge in discussione in commissione.
LA PROPOSTA Commissione che ha chiesto ai capigruppo di portare il provvedimento direttamente in Aula. Non è escluso, anche se non è scontato, che accada oggi. Ma per garantire le misure prima della scadenza del 31 dicembre la Regione dovrebbe sforare il patto di stabilità. Fermo restando che su questi temi, viste le ricadute che l'operazione avrebbe su tutta l'economia sarda, dovranno esprimersi il governatore Ugo Cappellacci e l'assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa prima ancora di costruire un accordo tra maggioranza e opposizione. Per la cronaca, la Regione sta pagando lo sforamento del patto di stabilità del 2007, e, al 30 giugno, ha già impegnato tutte le risorse per il 2010.
I PASTORI Un fatto è certo: «Da qui non andremo via senza risposte», urla a tarda sera Felice Floris, dalla finestra della sala della commissione occupata. Di certo, i pastori non hanno preso bene né le cariche né la presenza di infiltrati tra i manifestanti. E, ancor meno, sotto il profilo istituzionale, la battaglia parallela delle organizzazioni di categoria “ufficiali”: «Non ci tutelano, per noi chiedono le briciole», dice Diego Manca di Bitti, dirigente Coldiretti con il broncio, presidente dei comitati di Mps. Chiude Francesca Del Rio, giovane madre, con un appello alla Giunta: «Fidatevi di un'esperta di economia domestica che vive da sempre di allevamento: i de minimis sono una priorità, mostrate il coraggio politico che finora non avete avuto». In via Roma, intanto, il presidio dei pastori proseguirà a oltranza.
LORENZO PIRAS

20/10/2010