Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Spegneremo le insegne per un giorno»

Fonte: La Nuova Sardegna
11 ottobre 2010

DOMENICA, 10 OTTOBRE 2010

Pagina 1 - Cagliari


Protesta di Confesercenti e Confcommercio per le tasse sui cartelli 


CAGLIARI. «In questo modo non si può andare avanti - spiega Roberto Bolognese, presidente provinciale della Confesercenti - non passa settimana senza che vi sia la chiusura di un esercizio commerciale. E ora arriva anche il balzello della tassa sulle insegne, in cui noi paghiamo la mancanza di chiarezza sulle regole ed errori nelle concessioni amministrative. Da qui l’adesione alla proposta di spegnere le insegne per un giorno».
La proposta di spegnere le insegne per protestare contro questo tipo di gestione delle tasse sulla cartellonistica è stata prospettata venerdì mattina da Paolo Casu (Udc, presidente della commissione Attività produttive) durante la riunione dell’organismo consiliare. L’invito è stato fatto proprio dalle associazioni presenti: la Confesercenti (con Bolognese) e la Confcommercio (col direttore Giuseppe Scura). «Il nostro intento - spiega Casu - è quello di cercare di alleviare la grave situaziione in cui si trovano i commercianti. La situazione della pubblicità nelle affissioni è diventata caotica, anche col pagamento di more altissime, non certo per colpa dei commercianti, ma di come l’amministrazione comunale ha tenuto i rapporti col vecchio gestore e dalla non chiarezza delle attuali regole».
Martedì prossimo si terrà una conferenza stampa in cui gli operatori del settore preciseranno il senso della protesta e indicheranno il giorno in cui spegnere le insegne (durante la prossima settimana). Nell’incontro di venerdì sono state precisate anche le richieste da domandare al Comune. «In particolare - sottolinea Bolognese - bisogna sospendere immediatamente tutte le cartelle di esazione e rivedere le diverse posizioni dei pagamenti, more comprese (che sono anche del ducento per cento)».
Secondo Bolognese, il Comune e la Regione si interessano a singhizzo della situazione: «Non capiscono la gravissima crisi in cui ci troviamo - precisa - non si discute più, ad esempio, dei tanti problemi per noi importanti, dai parcheggi alla pedonalizzazione. La realtà è che rischiamo di essere travolti: tutti noi saremo trasformati in commessi delle multinazionali. L’unico settore che sente poco la crisi è, infatti, quello del francising promosso dai grossi gruppi».
Pochi giorni fa ha chiuso i battenti un altro negozio. «Langlais», di via Sardegna. «E così abbiamo altre cinque persone che hanno perso il posto. Ci vorrebbe una politica diversa da parte delle banche che, molto spesso, contribuiscono a far affondare le aziende. Occorrerebbe un intervento da parte del pubblico per permettere il diveerso utilizzo del credito». (r.p.)