Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pescivendolo ucciso dalla leptospirosi, prescritti tutti i reati

Fonte: L'Unione Sarda
7 ottobre 2010

Mercato. In Cassazione

Lo scorrere del tempo ha cancellato ogni colpa. E, almeno per la giustizia italiana, la morte di Enrico Corda non ha più responsabili. Ieri la IV sezione della Corte di Cassazione ha infatti cancellato le condanne nei confronti di Giovanni Musu e Sergio Spiga, chiamati in causa per il decesso del pescivendolo che nove anni fa fu stroncato da una leptospirosi contratta tra i banchi del mercato di San Benedetto in cui lavorava. I reati contestati ai due imputati, dirigente del servizio Annona il primo e direttore del mercato il secondo, sono prescritti. Un verdetto su cui ha pesato il fatto che il ricorso presentato dai legali della difesa (gli avvocati Mario Canessa, Luigi Concas e Guido Manca Bitti) è stato dichiarato ammissibile dalla Suprema Corte, altrimenti le condanne sarebbero diventate definitive.
Il virus che nel settembre del 2001 uccise l'operatore, contagiò altri colleghi e scatenò il caos nel mercato, diffuso perché, secondo le accuse, chi doveva far rispettare le norme igieniche tra i box era venuto meno al suo compito. Ecco perché della morte di Enrico Corda erano stati ritenuti direttamente responsabili il dirigente del servizio Annona e il direttore del mercato, condannati sia in primo grado che in appello a otto mesi di reclusione ciascuno. Restano però in piedi i risarcimenti che erano stati riconosciuti dai giudici ai familiari del ragazzo e ad altri due operatori del mercato colpiti dalla malattia.
Corda morì a trent'anni per una leptospirosi diagnosticata quando ormai non respirava più. Il padre si era ammalato l'anno precedente e altri due pescivendoli erano stati contagiati nello stesso periodo. Colpa, secondo l'inchiesta della Procura di Cagliari, di un mercato in condizioni disastrose: all'esterno erano in corso i lavori per il rifacimento delle fogne e all'interno della struttura l'acqua non defluiva ma ristagnava, creando le condizioni perché si diffondesse il virus. Musu e Spiga sapevano della presenza dei topi: il direttore ordinò la derattizazione e la chiusura del mercato per 3 o 4 giorni. La tesi dei difensori è sempre stata diversa: i loro assistiti non potevano imporre la chiusura del mercato, e poi il mantenimento delle condizioni igieniche spettava alla Asl, che invece in quegli anni segnalò solo alcune piastrelle mancanti, nulla più. Inoltre Corda avrebbe potuto contrarre la malattia a casa, mentre spurgava un pozzetto fognario. Dispute spazzate via dalla prescrizione.

07/10/2010