Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pago 300 euro al mese»

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2010

denuncia

È una delle ultime librerie storiche rimaste in città, ma per trovare la libreria “Cocco” di via Dante non bisognerà cercare l'insegna. «L'ho fatta smontare qualche giorno fa perché mi è impossibile, in tempi di crisi, pagare tutti i soldi che mi chiedono da quest'anno», ammette il titolare Paolo Cocco, settant'anni da libraio e faccia da ragazzino. «Quando c'era la Gestor pagavo ogni anno ottocento euro per l'insegna e ottocento per le tende», aggiunge. «Non erano pochi, ma l'insegna era grande e avevo anche le bacheche. Ora le tende le ho tolte perché si erano rovinate. Ciononostante l'Aipa, il nuovo gestore, ha misurato le dimensioni delle bacheche, delle insegne e delle vetrine e mi ha chiesto quasi duemila euro. Per questo sono costretto a eliminare tutto». Cocco mostra i documenti. «Nel 2009 non mi è è stato notificato alcun bollettino, quest'anno, il 2 febbraio, ne è arrivato uno da 790 euro, poi sono venuti a misurare le vetrine e il 21 luglio ne è arrivato un altro da 1846 euro. Dopo che hanno misurato le bacheche espositive e le hanno considerate come insegne, in questi giorni ho ricevuto un bollettino da 150 euro e uno da 922 euro per il 2009: 688 euro di imposta e 234 euro di interessi. Praticamente quest'anno il Comune è arrivato a chiedermi più di trecento euro al mese».
Nei giorni scorsi il titolare della libreria ha fatto rimuovere bacheche e ordinato di imbiancare il muro dove prima c'erano gli espositori, poi ha tolto l'insegna. «Mi hanno anche detto che le novità librarie ed i cartoni esposti in vetrina sono da considerare pubblicità alle case editrici. Significa», si chiede Cocco, «che chi vende vestiti fa pubblicità alle marche d'abbigliamento? Chiedo al sindaco come possa consentire che, in un momento di crisi come questo, si arrivi a colpire così pesantemente le attività. Se tutti i negozi togliessero le insegne la città resterebbe al buio».
Poco lontano, sempre in via Dante, c'è un negozio d'abbigliamento (Lo.re Boutique) che l'insegna l'ha tolta da mesi. «Gestiamo un negozio di quaranta metri quadri», spiega Loredana Ibba. «Quest'anno non potevamo sborsare 500 euro per un'insegna, una tenda e la targa. Le rifaremo più avanti, restando sotto la quota di esenzione».
FRANCESCO PINNA


28/09/2010