Depau: che ha fatto il sindaco? Tocco: spero che si torni indietro
CAGLIARI. Massimo Cellino è sicuro: il nuovo stadio sorgerà a Elmas e lì giocherà il Cagliari. Intanto in consiglio comunale, a Cagliari, la notizia viene accolta con fastidio, ma in modo differente. «Sono amareggiato», afferma Edoardo Tocco (consigliere comunale e regionale del Pdl): «Io spero che si possa ancora fare qualcosa per ripotare il nuovo stadio in città. I rossoblù sono nati a Cagliari e perderli penso sia un danno di immagine per la città». Per Massimiliano Tavolacci (Udc, presidente della commissione consiliare all’Urbanistica), «l’assemblea municipale aveva fatto la sua parte approvando un ordine del giorno per far sì che la Giunta trovasse un accordo col Cagliari calcio: per realizzare il nuovo stadio al posto di quello esistente. La scelta di Cellino è certamente una sconfitta per l’amministrazione e per la Giunta. Credo che il vecchio impianto ci resterà sul groppone: è difficile che qualche privato sia disposto a investire nella sua ristrutturazione».
Di diverso parere è Lino Bistrussu (Riformatori) che pensa, invece, «che un imprenditore disposto a investire si troverebbe subito. Prendiamo il concerto di Vasco Rossi, la Fiera (dove si è tenuto) ha incassato cinquantamila euro. Lo stadio rimesso a nuovo sarebbe un’arena importante per i grandi eventi». Ma Bistrussu è scettico sulla realizzazione della nuova struttura a Elmas: «In nessuna parte del mondo si è mai visto uno stadio vicino a un aeroporto». L’opposizione ne fa una questione politica: «Posto che un imprenditore può fare le scelte che ritiene più opportune - precisa Ninni Depau, capo gruppo del Pd - vorremmo sapere se il sindaco Emilio Floris ha presentato anche altre ipotesi oltre a quella legata alla costruzione dello stadio nel sito dell’attuale Sant’Elia? Presenteremo un’interrogazione per chiedere al primo cittadino dov’è finita la delibera sul bando di gara per il nuovo impianto. Oltre al fatto che occorre un progetto per l’attuale Sant’Elia, altrimenti richiamo che diventi un’altra cattedrale nel deserto». (r.p.)