Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Una è di epoca romana»

Fonte: L'Unione Sarda
10 settembre 2010

I retroscena

Cinque anni fa l'associazione ambientalista “Amici di Sardegna” segnalò, per prima, la presenza di un cippo romano all'inizio di viale Calamosca, di fronte al cortile della parrocchia di San Bartolomeo ribattezzato Sa Corte.
Una scoperta importante perché accreditava la teoria secondo la quale già in epoca romana i porti di Calamosca e Marina Piccola erano collegati a Cagliari con una rete viaria, che attraversava San Bartolomeo. Negli anni successivi, però, il cippo non solo non fu mai ripulito né studiato, ma restò completamente abbandonato, al punto che qualche incivile lo imbrattò di vernice spray disegnando una freccia. Stessa sorte per il secondo cippo (di fronte al primo) considerato però molto meno antico. «Il primo», sostiene il presidente dell'associazione, Roberto Copparoni, «era inserito nel terreno al contrario ed è per questo che per tanto tempo nessuno si è accorto delle sue incisioni in latino (si riesce a leggere la scritta “Sulci”) che sono state probabilmente scambiate per dei semplici graffi».
L'iscrizione indicherebbe la distanza da Portu Salis. «Una località da identificarsi in Calamosca o Marina Piccola», spiega Copparoni, «nella quale attraccavano le navi per il trasporto del sale e altri materiali. Ricordo, infatti, che proprio a Calamosca vi erano anticamente cave (ancor oggi visibili) per l'estrazione e la lavorazione di materiale lapideo e che i monaci Vittorini, diversi secoli dopo, avevano realizzato le prime saline dalle quali traevano significativi profitti con il commercio del sale».
L'ipotesi è che il cippo possa risalire al primo secolo dopo Cristo. «Molto diverso il caso della seconda pietra», riprende Copparoni, «posizionata nel viale intorno al 1840 dai detenuti della colonia penale di San Bartolomeo (all'epoca la più grande della Sardegna). In quel periodo, infatti, i carcerati avevano realizzato una nuova strada che arrivava fino al mare passando sopra il preesistente viale lastricato di epoca romana». Spetterà ora agli archeologi ufficiali della Soprintendenza il compito di dare un'attribuzione sicura ai due cippi, soprattutto a quello romano, e quindi poter scrivere un nuovo capitolo della storia di Cagliari antica. ( p. l. )

10/09/2010