Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stop ai fondi, chiude lo sportello “antitratta”

Fonte: L'Unione Sarda
8 settembre 2010

Il caso. Il ministero ha tagliato i finanziamenti così da agosto il numero verde cittadino non è più attivo

Da un mese il telefono non squilla più, almeno nella sede cagliaritana del numero verde "Antitratta" (800290290) gestito dal 2000 dalle sede provinciale delle Acli. Per dieci anni, lo sportello ha funzionato giorno e notte, con quattro mediatori culturali (due marocchini, una bielorussa e un italiano), grazie ad un finanziamento che il ministero delle Pari opportunità assegnava al Comune e che veniva poi girato alle Acli.
IL TAGLIO "Nell'ultima finanziaria è stato tagliato - denuncia Fabio Meloni, presidente provinciale delle Acli -, per questa ragione ad agosto siamo stati costretti a sospendere l'attività. Ora resta attivo il centralino di Roma, ma senza più il supporto locale che affrontava di volta in volta i singoli casi".
DUECENTO INTERVENTI Solamente negli ultimi due anni, lo sportello Antitratta ha aiutato più di duecento persone: non solo vittime della prostituzione e del traffico sessuale, ma anche immigrati e persone senza fissa dimora. Giusto per fare un esempio, gli operatori delle Acli sono intervenuti 23 volte in strada per assistere le prostitute (una volta per i trans), ma anche 32 in appartamento e 17 nei night club dove lavorano decine di ragazze giovanissime. Non solo. Allo sportello si sono rivolti anche immigrati che volevano denunciare lo sfruttamento lavorativo: 27 uomini e 5 donne all'interno di imprese, 15 uomini e 28 donne in attività private e ben 95 badanti sfruttate come domestiche irregolari. In maggioranza, tra gli interventi effettuati, si trattava di ragazze ucraine, ma anche rumene, marocchine e nigeriane.
PAURA E OMERTÀ "Abbiamo lavorato a lungo - racconta Anastasia Semeniouk, mediatrice delle Acli - perché è difficile sfondare il muro di paura e omertà dietro cui si nascondono queste ragazze. Spesso occorrono vari contatti prima che si fidino e inizino a parlare". Il servizio nazionale resta attivo, anche dopo la sforbiciata di contributi ministeriali, ma i soldi non bastano più per tenere attive anche le sedi territoriali che affrontavano oltre allo sfruttamento sessuale e al lavoro forzato, anche le emergenze accattonaggio e quelle sulle economie illegali. "La nostra postazione lavora su tutta la Sardegna - spiega Meloni -, grazie ai mediatori culturali che parlano in russo, arabo, bielorusso, ucraino, francese, spagnolo, inglese e cinese, restando attivi 24 ore su 24. Dopo il contatto, l'operatore tenta di instaurare un rapporto di fiducia con le vittime, fornendo loro informazioni sulla tutela offerta dalla legge".
APPELLO AL COMUNE Ogni anno, le Acli ricevevano circa 60 mila euro, fondi che il Comune girava all'associazione e che arrivavano direttamente dal Ministero. Tagliato il finanziamento, anche da via Roma l'erogazione è cessata. Difficile un ripensamento del Governo, ora la palla passa al Comune che dovrà decidere se tenere attivo lo sportello con fondi propri.
FRANCESCO PINNA

08/09/2010