Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tre sit-in, la rabbia dei precari

Fonte: L'Unione Sarda
8 settembre 2010

Via Roma

Da una parte la protesta degli studenti contro il caro-trasporti e dei precari della scuola contro i tagli, dall'altra la manifestazione degli Ata e degli ex Lsu (lavoratori socialmente utili). Tre sit-in ieri mattina: i primi due sotto il Consiglio regionale, il terzo davanti alla non distante Direzione scolastica regionale.
CARO-TRASPORTI Gli studenti sono tornati sul piede di guerra contro gli aumenti delle tariffe degli autobus. «Un provvedimento che penalizza i pendolari», afferma Giacomo Dessì, 18 anni, studente del Convitto e coordinatore dell'Unione degli studenti. «L'abbonamento mensile è passato da 25 a 30 euro (a Roma costa 16); quello settimanale da 16 a 28 euro». Gli fa eco Luca Miscali, 17 anni di Quartu, studente del Michelangelo. «Anziché aumentare il prezzo», sostiene, «dovrebbero potenziare il servizio». Alla manifestazione organizzata da Unione studenti, Uds e Giovani Comunisti hanno aderito universitari e ragazzi del Dettori, Siotto e Buccari. Lo slogan? «Voi avete l'auto blu, noi il 75% di spese in più».
PRECARI A pochi passi c'erano i precari della scuola con lo striscione “Diciamo no all'entero-Gelmini che distrugge la flora scolastica”. «Agli ingenti tagli dell'anno scorso», afferma Tiziana Sanna (Flc Cgil), «si aggiungono gli ulteriori tagli di quest'anno che hanno colpito in particolare il personale non docente». Preoccupato Andrea Dettori, insegnante, esponente del comitato precari e consigliere provinciale. «I tagli», sostiene, «fanno sì che la scuola sia la prima industria in Sardegna a perdere posti di lavoro. In Provincia abbiamo votato una delibera: chiediamo classi da 25 alunni e un rapporto numerico di parità tra insegnanti di sostegno e studenti disabili». Paola Palla, 53 anni di Sant'Avendrace, madre di 7 figli, ha lavorato come bidella dal '97. «Quest'anno mi hanno tagliato», si dispera, «in famiglia è venuto a mancare uno stipendio». «Anch'io non lavorerò», si lamenta Maria Grazia Piludu, 49 anni di Monserrato. Stessa sorte per Anna Luigia Moica, 51 anni di Villamassargia. «Sono un'insegnante precaria da 12 anni», si presenta, «il ministro parla di numeri ma qui ci sono famiglie in crisi. Difenderemo la scuola pubblica e l'istruzione di qualità».
LSU Sotto la direzione scolastica, intanto, gli Lsu e gli Ata, dipendenti delle cooperative al servizio delle scuole, rivendicavano la stabilizzazione. «L'assunzione diretta di tutti noi in Italia», sostiene Dino Moretti, di Assemini, «farebbe risparmiare al ministero 74 milioni l'anno, eppure ci ignorano». «I carichi di lavoro sono stati raddoppiati», sottolinea Federico Carboni (Usb), «ma il salario è rimasto uguale».
PAOLO LOCHE

08/09/2010