Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Noi arranchiamo e altri ci superano»

Fonte: La Nuova Sardegna
1 settembre 2010

MARTEDÌ, 31 AGOSTO 2010

Pagina 7 - Sardegna

L’economista Antonio Sassu

CAGLIARI. «Il problema non sono le risorse o le competenze, ma le classi dirigenti. Le nostre globalmente intese, in questo decennio non hanno utilizzato gli strumenti a disposizione come dovevano. Qui nascono le ragioni e i fattori della crisi, non altrove». Il giudizio di Antonio Sassu (nella foto) è netto, così come il suo pessimismo sull’immediato futuro. Sassu, ex assessore alla Programmazione nella prima giunta Palomba, già presidente del Banco di Sardegna, è ordinario di politica economica alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Cagliari. Nel prossimo anno le sue lezioni riguarderanno la politica economica europea. Sassu immagina le Regioni in fondo alla classifica come atleti di una gara di mezzofondo. «La Basilicata parte da una situzione più svantaggiata, ma utilizzando gli stessi strumenti delle Regioni più progredite, corre più veloce, e riduce la distanza verso la testa del gruppo. Quella Regione insegue il gruppo, noi ci attardiamo affaticati». La metafora sportiva prosegue. «Dobbiamo guadagnare tempo, prendere fiato e lentamente risalire la china; sforzi violenti o decelerate improvvise ci danneggiano». La storia, i conti, e persino la demografia non ci aiutano. «Siamo pochi, con una classe dirigente che tende e riposizionarsi e non a mutar pelle. Quando son cessate le immissioni di denaro provenienti dalla vecchia Cassa per il Mezzogiorno, la Sardegna si è impoverita, e la conseguenza si è avuta con il progressivo allargamento del gap tra Sardegna e Italia». Il federalismo fiscale favorirà la ricomposizione tra aree povere e quelle più forti? «Ma quando mai! Questo federalismo favorisce i più ricchi, e noi, oltre a essere dall’altra parte della barricata siamo pochi, 1,6 milioni. Rischiamo di essere le vittime di questo sistema. A meno che la nostra classe politica non faccia un autentico miracolo».(g.cen.)