Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’addio di Hapag, 500 posti a rischio

Fonte: La Nuova Sardegna
1 settembre 2010

MERCOLEDÌ, 01 SETTEMBRE 2010

Pagina 1 - Cagliari

Fadda scrive a Berlusconi perchè autorizzi lo sconto sulle tasse portuali

PORTO CANALE L’operatore pronto a lasciare Macchiareddu: negli altri scali gli armatori spendono meno

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Hapag Lloyd, l’armatore che ha rilanciato il porto canale, si prepara ad abbandonare il terminal dopo il veto imposto dal ministero del Tesoro all’abbattimento delle tasse d’ancoraggio, che l’Autorità portuale aveva deliberato d’intesa con il Comitato portuale.
Ad annunciarlo è il presidente dell’Authority Paolo Fadda, che ieri ha dovuto proporre al parlamentino del porto di sospendere il decreto sulla riduzione delle tasse - per una percentuale del novanta per cento riferita al solo 2010 - in seguito al ‘no’ di Giulio Tremonti e della ragioneria generale dello Stato. Caduto lo sconto e riportate le tasse al cento per cento, l’operatore che da quasi tre anni garantisce volumi di traffico notevoli allo scalo industriale renderà esecutivo l’annuncio dato già a gennaio scorso, come dire che farà vela verso altri porti. Conti alla mano sono almeno 500 i posti di lavoro a rischio. La speranza di trattenere l’armatore è legata a un filo sottile, quello che unisce la politica sarda a quella nazionale. Fadda, in una nota trasmessa ai sindacati Confederali e all’Ugl, lancia un invito ai parlamentari dell’isola e al consiglio regionale perchè intervengano sul governo: la strada potrebbe essere un emendamento alla finanziaria, una norma scappatoia indispensabile per salvare il porto di Cagliari dalla desertificazione. Se la soluzione non arriverà nel giro di pochi giorni, al massimo settimane, Hapag Lloyd darà l’addio alle banchine di Macchiareddu e per i 230 dipendenti di Cict Sardinia, più altri 270 operatori delle aziende collegate, non resterà che la cassa integrazione. A confermarlo è l’amministratore di Cict, Domenico Bagalà: «Non vedo altri scenari possibili, se le tasse torneranno definitivamente all’origine non saremo in grado di trattenere Hapag a Cagliari». Dal canto suo il presidente Paolo Fadda sostiene di aver fatto tutto il possibile per garantire lo sconto all’armatore. C’era l’ok del ministero dei trasporti, ma il veto di Tremonti ha riportato la situazione all’inizio estate. Lasciando l’Authority e la Cict Sardinia in mezzo al guado.
Fadda non ha perso tempo: ha scritto una nota di tre pagine indirizzata al premier Silvio Berlusconi, al ministro Altero Matteoli e alle massime autorità politiche sarde prospettando una soluzione temporanea. Di fronte all’obbligo, ribadito dal Tesoro, di coprire la riduzione delle tasse d’ancoraggio con un taglio dei costi o un aumento delle entrate, il presidente dell’autorità portuale propone di equilibrare i conti utilizzando l’avanzo di amministrazione consolidato alla fine del 2009 «anche grazie alla riduzione delle spese correnti effettuata negli esercizi finanziari precedenti». Come dire: i risparmi ci sono stati, dateci la possibilità di spenderli per salvare i posti di lavoro. Il ministero dei trasporti si era affiancato all’Authority cagliaritana chiedendo elasticità in vista di «una riformulazione nuova e più chiara della norma» che il Tesoro impone di rispettare alla lettera. Ma tutto resta legato alla volontà politica e alle scelte del governo, il cui ministro dell’economia appare arroccato su una posizione intransigente.
Lo sconto sulle tasse è indispensabile per allineare il porto cagliaritano ai concorrenti - soprattutto Malta - che tagliando drasticamente le tasse attraggono gli operatori del trashipment molto più di Macchiareddu. La riduzione proposta da Fadda e approvata dal Comitato portuale sembrava la risposta giusta all’attacco della concorrenza, l’intervento del Tesoro è andato però in direzione contraria. In ballo ci sono 500 posti di lavoro e un progetto di rilancio dello scalo industriale che sembrava finalmente decollare. Quello che si profila è un problema politico ed è la politica che deve indicare la soluzione. Non c’è tempo da perdere.